Sarah Scazzi. “Trattamento speciale per lo zio Michele in carcere”, la denuncia del Sappe

Pubblicato il 12 Ottobre 2010 - 19:36 OLTRE 6 MESI FA

Michele Misseri

”Allo zio della povera Sarah Scazzi si riserva una stanza singola con quattro agenti che, nell’arco della giornata, vegliano sull’incolumità dello stesso, mentre sempre a poche decine di metri di distanza un solo agente deve vigilare su oltre 90 detenuti appartenenti a clan malavitosi molto pericolosi”.

A denunciare questo paradosso, riferendosi a Michele Misseri, l’agricoltore di Avetrana arrestato per l’omicidio della 15enne Sara Scazzi, è Federico Pilagatti, segretario nazionale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe). ”Se le indagini e gli interrogatori dello zio di Sara – prosegue il sindacalista – si svolgono nelle condizioni piu’ corrette possibili, ciò è dovuto anche al lavoro dei poliziotti penitenziari che si alternano alla custodia dello stesso non facendo mancare il loro apporto fatto di correttezza e sobrietà. Questa occasione però non deve far perdere di vista la grave situazione in cui versa il carcere di Taranto”.

Pilagatti ritiene ”assurdo avere tanta attenzione per una sola persona che si sarebbe macchiata di un delitto così atroce, mentre nel carnaio umano del carcere di Taranto circa 600 detenuti sono stipati come sardine in violazione dei pur minimi diritti umani sanciti da leggi nazionali ed europee al posto dei 260 posti disponibili”.