Sarah Scazzi, Sabrina: “Mio padre mente, ecco come è andata”

Sabrina Misseri

Quando la arrestano dice: “Ecco, tanto lo sapevo”. Quasi una confessione per alcuni, più probabile che fosse un segno di stizza quello di Sabrina Misseri: il 15 ottobre, davanti agli inquirenti, non era riuscita a essere convincente. “Mio padre mente e Mariangela ricorda male” ha detto la ragazza. “Ma non è riuscita a offrire una plausibile spiegazione” scrive il gip Martino Rosati che ha deciso che resterà in carcere come corresponsabile dell’omicidio di Sarah Scazzi.

Ecco la versione di Sabrina di quel 26 agosto: “Prima di entrare nell’auto di Mariangela, ho visto mio padre che entrava e usciva dal garage. Mi disse che stava lavando la macchina che era parcheggiata sulla carreggiata, e non di traverso, con il cofano posteriore aperto”.

“Non è vero che fossi agitata ma chiaramente in ansia”. “È falso anche – aggiunge – che quando ho fatto le telefonate a Sarah senza avere risposta, perché il telefonino era spenta, ho urlato ‘L’hanno presa, l’hanno presa’. L’ho detto soltanto quando sono andata per la prima volta a casa di zia Concetta, tra l’altro dopo che l’aveva detto lei”.

”…Non che stavo agitata, lei mi ha fatto venire l’ansia, ha detto ‘Dai! Mena, mena, veloce, che la andiamo a prendere. Muoviti!’ proprio con un tono abbastanza…”. Sabrina Misseri dice che il giorno della scomparsa della cugina Sarah, con la quale doveva andare al mare, fu l’amica Mariangela a mostrarsi ansiosa nel sapere che Sarah non era ancora arrivata. Mariangela, invece, ha riferito agli investigatori che fu Sabrina a mostrarsi subito agitata malgrado il ritardo di Sarah fosse ancora di pochi minuti.

“Non è poi vero – dice sempre Sabrina – che Mariangela mi ha accompagnato a casa, dopo essere tornate per la seconda volta da casa di Sarah. Siamo rimaste insieme fino a sera tardi, sempre a cercare Sarah. Non mi ricordo dove siamo andati, però”. “Mio padre poi – spiega sempre Sabrina ai magistrati – quel giorno l’ho visto per la prima volta quando c’era Mariangela. Prima, quando era tornato dal lavoro per pranzo io ero infatti già a letto”. Infine, Sabrina parla del movente: “Non avevo alcun motivo per uccidere per mia cugina: eravamo sempre insieme, lei per me era come una sorella minore. Mai, poi mi aveva parlato di questa storia delle molestie sessuali di mio padre. Io non ne sapevo nulla”.

Una versione che non convince il Gip Rosati: “Le sue spiegazioni – dice – non sono affatto persuasive: non è seriamente possibile pensare che alle 14,23 riceve il messaggio dell’arrivo di Mariangela, che si sia trattenuta a letto fino alle 14,28 e in soli 11 minuti (quando ha poi scritto all’amica di essere “pronta”) sia andata in bagno, si sia fatta la doccia, abbia scambiato messaggi con la Cimino (ndr, un’altra amica), sia uscita sulla veranda, abbia scambiato qualche battuta a distanza con il padre e abbia avuto anche il tempo di mandare l’ultimo messaggio alla Spagnoletti! E che tutto ciò lo abbia fatto, peraltro, proprio lei che non è mai stata puntuale e si è sempre fatta attendere”.

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