La morte di Sarah Scazzi e il giallo del telefonino trovato dallo zio: senso di colpa o depistaggio?

Sarah Scazzi

Perché lo zio di Sarah Scazzi ha trovato il telefonino? Un caso oppure è stato mosso dal senso di colpa oppure ancora per depistaggio? Michele Misseri, l’agricoltore che ha strangolato, ucciso e poi violentato secondo la sua confessione la nipote, scomparsa il 26 agosto scorso, può avere agito per diversi motivi.

”Sono diversi i modi per intendere psicologicamente il gesto del telefonino, a seconda delle scuole. Da una parte – spiega lo psichiatra forense Stefano Ferracuti – il senso di colpa, l’ assassino voleva essere punito e ha lasciato una traccia. Dall’ altro, viste le indagini che si dilungavano, ha pensato di depistare gli inquirenti”.

Due facce che possono essere utili ”la prima alla difesa, la seconda al pubblico ministero”. Per quanto riguarda il caso ”lo classificherei – ha aggiunto Ferracuti – come l’ennesimo atto di violenza su donne per scopi sessuali. Un omicidio dettato da concupiscenza”. E sulla dichiarazione della violenza dopo l’uccisione: ”Se così fosse – ha detto Ferracuti – sarebbe un brutto segno di patologia seria. E’ certamente una cosa da pazzo ucciderla e poi possederla da morta. Questo non obbedisce alla legge naturale”.

E’ pure vero che, se l’omicidio si è consumato nel garage della casa dello zio ”dopo l’uccisione perde tempo ad avere il rapporto?”, si chiede Ferracuti. Ferracuti pone anche l’accento sulla cultura. ”In paesi dove c’è più libertà sessuale, dove le donne sono emancipate e hanno pari opportunita’ come in Svezia o in Danimarca – ha detto l’esperto – non c’è un tasso di omicidi su donne come in Italia. Da noi il modello culturale proposto favorisce questi comportamenti”. In maniera maggiore se l’ambiente e’ chiuso, piccolo e gli scambi sociali sono bassi. ”Perché ammazzare una ragazzina nel fiore della vita? Ti fissi su questa ragazza e la fissazione diventa sempre piu’ forte – ha concluso Ferracuti – favorita dal fatto di una frequentazione della casa. Ti fai mille fantasie. Ci provi. Si supera il limite, hai paura che ti possa denunciare e allora meglio uccidere che uno scandalo”.

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