La ''Sea Hunter'' La ''Sea Hunter''

“Sea Hunter”, la nave da guerra americana senza pilota

La ''Sea Hunter''
La ”Sea Hunter”

NEW YORK – La “Sea Hunter”, nave da guerra della Marina americana senza pilota, lunga 40 metri e in grado di navigare a una velocità di 27 nodi, quest’anno entrerà in servizio e andrà a caccia di sottomarini e navi nemiche.
Sea Hunter a bordo non ha piloti né alcun tipo di equipaggio, è completamente autosufficiente, potrà navigare in mare aperto per mesi, raggiungere la velocità di 27 nodi grazie a due motori diesel e per tracciare la posizione e individuare altre navi è dotata di telecamere e radar.
Sea Hunter è costata intorno ai 23 milioni di euro e per il mantenimento quotidiano circa 16.000, meno costosa dunque delle navi gestite da un equipaggio, scrive il Daily Mail. 
Alexander Walan, un program manager del Tactical Technology Office (TTO) della DARPA, ha affermato che l’iniziativa “rappresenta una pietra miliare  nello sviluppo di tecnologie USV”.
Già nei prossimi mesi, la nave potrebbe unirsi alle operazioni navali e aprire una nuova era delle navi da guerra.
Dopo due anni di test, la Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) ha ufficialmente trasferito la nave all’Office of Naval Research (ONR).
L’ONR continuerà a sviluppare il prototipo del veicolo e quando entrerà in servizio, in mare la nave opererà per circa 30-90 giorni senza equipaggio.
La collaborazione con l’ONR ha avvicinato alla realtà una futura flotta in cui sia le navi da guerra con equipaggio che quelle a guida autonoma si completeranno a vicenda per realizzare missioni diverse”.
Gli esperti sostengono che la nave abbia il potenziale per rivoluzionare non solo il servizio marittimo militare ma, insieme, quello commerciale.
In futuro, potrebbe aprire la strada allo sviluppo di navi cargo senza equipaggio per l’industria della navigazione commercial.
Paesi dall’Europa all’Asia stanno studiando lo sviluppo di flotte di navi senza equipaggio per ridurre i costi operativi, ma l’idea ha scatenato il dibattito sul fatto se sia possibile rendere questo tipo d’imbarcazione abbastanza sicura da poter navigare autonomamente lontane dalla terra.
L’International Transport Workers’ Federation, l’unione che rappresenta oltre la metà degli oltre un milione di marittimi del mondo, ha affermato che non crede che la tecnologia sarà mai in grado di sostituire la capacità degli esseri umani di prevedere e reagire ai vari pericoli in mare.

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