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Semafori truccati, inchiesta chiusa. 35 comuni coinvolti in appalti irregolari

di admin |27 Aprile 2010 12:58

Gare d’appalto pilotate per piazzare su incroci e strade di 35 Comuni, sparsi in tutta Italia, i semafori T-Red, i cosiddetti ‘vampiri rossi’ che rilevano le infrazioni, e una quindicina di comandanti della polizia locale e alcuni sindaci indagati. E’ il quadro che emerge dall’inchiesta appena chiusa dal Pm di Milano Alfredo Robledo, che contesta anche l’abuso d’ufficio al primo cittadino di Segrate (Milano), dove sarebbero state incassate indebitamente multe per oltre 2,4 milioni di euro. In totale 38 persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere e turbata libertà degli incanti per irregolarità nell’assegnazione degli appalti dei semafori.

4 secondi la durata del giallo. Il sindaco di Segrate, Adriano Alessandrini, è sotto inchiesta per abuso d’ufficio. Nelle casse dell’amministrazione comunale, infatti, sarebbero entrati più di 2,4 milioni di euro grazie a multe pagate dagli automobilisti che difficilmente avrebbero potuto evitare di finire nel mirino del ‘semaforo intelligente’. Per l’accusa, infatti, è stato fissato “dolosamente in 4 secondi il tempo di durata del giallo”, tempo impossibile da rispettare per uscire da un incrocio senza passare col rosso.

“Collusione con i pubblici ufficiali”. L’avviso di chiusura delle indagini é stato notificato anche a Raoul Cairoli, amministratore unico della Ci.ti.esse, azienda che commercializza in via esclusiva i T-Red, e ad altri tre responsabili di società del settore, che avrebbero messo in piedi fino al settembre 2008, come si legge nel provvedimento, “un accordo collusivo di cartello” per “l’acquisizione di contratti” con le amministrazioni locali, attraverso la “collusione con i pubblici ufficiali”. Meccanismo utilizzato in tanti piccoli e medi Comuni, da Cinisello Balsamo (Milano) a Jolanda di Savoia (Ferrara) fino a Fragneto Monforte (Benevento).

“Su istigazione” del sindaco inoltre, spiega il Pm Robledo nel provvedimento, erano gli stessi dipendenti della Ci.ti.esse, “senza la presenza di alcun pubblico ufficiale”, ad acquisire le “immagini delle infrazioni stradali” riprese da T-Red. Veniva così affidata “a una società privata” la raccolta di “dati sensibili”. I ‘semafori vampiro’ poi erano attivi “24 ore su 24”, senza che vi fosse “il necessario requisito delle particolari condizioni di circolazione”. Ovvero, venivano piazzati anche in incroci non pericolosi.

Negli apparecchi mancava infine quel “decimo di secondo tra lo scatto del rosso e la rilevazione dell’infrazione”. Una configurazione, come scrive il Pm, “non compatibile con le normali modalità di guida”. Un sistema andato avanti dal novembre 2006 al settembre 2007 e che, secondo l’accusa, faceva guadagnare sia il Comune che le società, le quali percepivano soldi “su base percentuale” in relazione alle multe inflitte.

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