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Serial killer di Roma, Stazzi ai suoi concittadini: “Non sono un mostro”

di Alberto Francavilla |19 Maggio 2010 22:23

“Non sono un mostro”. E’ il tentativo di autodifesa di Angelo Stazzi, l’ex infermiere dell’ospedale “Gemelli” di Roma sospettato di essere il serial killer che ha ucciso 10 pazienti anziani. L’uomo ha pubblicato sul mensile “Piccola Città” una lettera rivolta ai suoi compaesani di Montelibretti. Ecco il contenuto della lettera.

“Cari cittadini di Montelibretti, sono un vostro concittadino, vi chiedo perdono se il nostro paese è stato coinvolto in una brutta storia finita male, perciò vi dico che non sono il mostro che giornali e tv hanno fatto credere”.

“Se è vero di quella relazione – afferma Stazzi in riferimento all’omicidio di una sua collega infermiera, Maria Teresa Dell’Unto, per cui si trova in carcere – ma chi di noi non ha mai avuto una relazione extra coniugale, mi sembra che io non sia il primo né l’ultimo. Purtroppo avevo deciso di chiudere questa relazione, ma è uscita una discussione e io le detti uno schiaffo e lei è caduta battendo la testa sullo spigolo del camino di casa mia e io mi sono fatto prendere dal panico e ho occultato il cadavere”.

Stazzi afferma di non essere persona “capace di uccidere un cane”, quindi “pensate una persona”. “Sono stato arrestato il 28 ottobre 2009 e ho mandato svariate lettere ad amici e parenti chiedendo un aiuto morale e nessuno mi ha scritto”.

“Sono stato per 6 anni – conclude – consigliere comunale, dove mi sono sempre comportato bene, organizzando le colonie per i bambini senza prendere mazzette da nessuno, anzi andavo a trovare i bambini al mare a mie spese”.

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