Smart cities… de che?

Complici le feste, mi sono lanciata in un volo immaginario per ripensare una possibile smart city esattamente lì dove trascorro i fine settimana.
Mi rendo conto che è una prospettiva assolutamente egoistica, ma da qualche parte bisognerà pur cominciare.
Cosa si intende per Smart City? Una città con tecnologiche interconnesse, ma anche sostenibile, confortevole, attrattiva, sicura, in una parola: “intelligente”.
Dicono che proprio la provincia dovrebbe dare l’esempio: più piccola e “leggera” sul fronte amministrativo, sicuramente è il laboratorio migliore.

Mi guardo attorno nella bella Cortona, cittadina in provincia di Arezzo che meriterebbe di fare il passo, magari con la complicità di un super testimonial, quel Jovanotti che qui vive.
Metto in ordine i pensieri.
Cosa si potrebbe fare, realisticamente?

– favorire l’installazione di fotovoltaico, solare termico e mini eolico nelle abitazioni private.

Bello no? Mi fanno notare che i tetti di cotto toscano che rendono unico il panorama si trasformerebbero in tanti specchi o, peggio ancora, con il mini eolico assumerebbero l’aspetto di tanti Teletubbies. Questa è una tipica “mini pala”, giudicate voi se chi obietta ha qualche ragione…

– favorire la circolazione elettrica.

Cortona è una città medievale prevalentemente in salita (o in discesa, dipende da punti di vista). Per quanto non sia pensabile convincere gli abitanti ad acquistare auto elettriche, qualche incentivo si potrebbe dare al trasporto della nettezza urbana, delle poste e, perchè no, agli albergatori che accompagnano in centro i clienti.
Questo significa decidere di fare una partnership con un distributore dell’elettricità e far installare le colonnine per la ricarica.

A questo punto, la seconda obiezione: una cittadina medievale può veder fiorire colonnine all’interno delle mura? Probabilmente no. Ma va detto che fuori le mura c’è spazio.

– per gli inossidabili del traffico urbano, si potrebbe imitare Stoccolma realizzando un programma di rilevamento degli ingressi in città, con l’addebito dei pedaggi al momento del passaggio dei veicoli attraverso i punti di controllo durante le ore di punta dei giorni feriali o, meglio ancora, festivi. A tre anni dalla nascita dell’iniziativa (in partnership con IBM), a Stoccolma si è avuta una diminuzione del traffico del 18%, con un conseguente taglio del 12% delle emissioni.

Bello no?
Peccato che dopo tre giorni di feste pasquali Cortona sia infestata di mondezza (lattine, carte della pizza, buste…). Mancano i cestini e quelli presenti non sono “dimensionati” al flusso turistico.
Ma soprattutto mancano i cittadini “intelligenti” e abbondano gli sporcaccioni che non fanno un metro in più per gettare gli avanzi dei pasti appena fuori le mura.
Potremmo dirglielo. Se fossimo l’amministrazione comunale, faremmo un bel progetto di comunicazione verticale che ogni due per tre, ovunque si trovi il turista, lo educa a essere un po’ meno maiale. Che non significa avere cittadini “smart” ma almeno ristabilire le regole della civile convivenza.

E quindi, mentre immaginiamo e ripensiamo le nostre città, non dimentichiamoci che il Paese, tutto, ha un problema culturale grande come un grigio grattacielo. Chi, oggi, obietta che la tradizione e l’estetica non si toccano, dovrebbe ripeterselo quotidianamente e investire sulla comunicazione di valori e regole. Altrimenti non si resta indietro sul fronte dell’Innovazione ma prima ancora su quello della Cultura di cittadinanza. Una cosa fatta di diritti e di doveri, di valori e di regole.
Inseriamoli nell’agenda digitale, male non ci stanno anche se sono analogici.

@fraq

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