Sostenere i referendum contro i trucchi di Berlusconi

Berlusconi con Sarkozy (Lapresse)

Per una volta ci concediamo una autocitazione: “A forza di imbrogliare tutti, prima o poi imbroglierà se stesso”, così avevamo concluso, proprio su Blitz, un editoriale dedicato ai mille trucchi per cancellare i referendum ed affossare la possibilità stessa che si raggiunga il quorum.

Da qui la decisione di sospendere la costruzione di nuovi centrali, e, forse, tra qualche giorno, dopo “un rigoroso approfondimento legislativo”, il ministro Romani tirerà fuori dal cassetto un altro decreto con l’obiettivo di “far finta” di sospendere l’applicazione della nuova legge sulla gestione delle acque pubbliche.

Passato il referendum, o meglio annullato il referendum, tutto tornerà come prima.

Naturalmente per centrare il risultato bisognerà incassare prima una sentenza della Cassazione che accetti di riconoscere che le nuove norme corrispondano allo spirito e alla lettera dei quesiti referendari e dei milioni di persone che li hanno sottoscritti.

Quando tutto sembrava procedere per il meglio, o per il peggio, a seconda dei punti di vista, il presidente incontinente ha pensato bene i informare tutti che il decreto sulle centrali “è solo una sanatoria per parare il referendum”, poi tutto tornerà come prima.

Insomma si tratta di una furbata, di un imbroglio, di una zozzeria con tanto di firma autografa.

Qui dunque è cascato l’asino, nel senso letterale del termine.

Come faranno ora i poveri giudici a dargli ragione? Come faranno a dire che il governo ha recepito spirito e lettera dei quesiti referendari?

Quale toga non dico rossa, ma persino azzurra, anzi berlusconianissima, potrà mai dargli ragione, senza correre il rischio di essere ricordata nei secoli come esempio di servilismo e di tradimento delle ragioni del diritto?

A forza di cercare di imbrogliare tutto e tutti, il Cavalere ha ormai cominciato ad imbrogliare se stesso.
Ora per affossare i referendum gli resterà l’arma di sempre: l’oscuramento di quello che non gli piace, la cancellazione dei fatti che non gli garbano.

Non casualmente la maggioranza, da settimane, nella sede della commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai sta cercando di impedire l’approvazione del regolamento relativo ale tribune referendarie, in modo tale da oscurare l’esistenza stessa della scadenza referendaria.

Per queste ragioni un gruppo di artisti, di giuristi, di giornalisti ha lanciato un appello affinchè ciascuno di faccia quello che può per rompere il muro del silenzio mediatico, per garantire ai cittadini il diritto ad essere informati per poter esercitare liberamente il diritto al voto.

Ottavia Piccolo, la giovane partigiana centenaria Giovanna Marturano, Marco Paolini, Elio de Capitani, Lella Costa, il presidente ed il segretario della Fnsi, Roberto Natale e Franco Siddi, e tanti altri, alcuni dei quali non hanno neppure sottoscritto i referendum e neppure voteranno 4 si, hanno deciso di lanciare una campagna per rivendicare il diritto almeno a non essere imbrogliati, a non essere presi in giro, ad essere considerate delle persone mediamente libere e non dei “responsabili” che si possono acquistare con mezzo etto di bugie e qualche chilo di posti di sottogoverno.

Chi fosse interessato a questo campagna per la tutela della dignità individuale e collettiva potrà firmare la petizione anche sul sito di articolo 21,www.articolo21.org.

Ci farebbe piacere per una volta, almeno per una volta, registrare qualche voce di dissenso anche all’interno della caserma di Arcore, almeno una, non osiamo chiedere di più!

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