Spazio. Capsula Orion della Nasa ammarata nel Pacifico, navi pronte al recupero

L'ammaraggio di Orion
L’ammaraggio di Orion

USA, CAPE CANAVERAL – La capsula Orion della Nasa è ammarata nell’Oceano Pacifico: il rientro dallo spazio è stato seguito in diretta da un drone e due navi sono pronte per il recupero. Si è concluso così il primo test di volo della capsula frutto della collaborazione tra la Nasa e l’azienda privata Lockheed Martin.

Orion è il primo veicolo americano capace di trasportare uomini nello spazio da quando è andato in pensione lo Shuttle. Durante il test, senza equipaggio, Orion ha completato due orbite intorno alla Terra all’altezza di circa 5.808 chilometri.

La capsula è rientrata alla velocità di 32.000 chilometri l’ora: programmata per simulare la velocità di rientro di un viaggio con astronauti a bordo dalla Luna o da Marte. Prima dell’ammaraggio si sono aperti tre paracadute, per un ‘ammorbidire’ il tuffo in acqua.

L’ingresso in atmosfera è stato il momento più critico del test di volo cominciato con il lancio da Cape Canaveral alle 13,05 (ora italiana). Orion è stata sottoposta a temperature che hanno raggiunto i 4.000 gradi.

Ha inviato i dati registrati dagli strumenti a bordo durante tutto il test, e in parte sono stati già stati scaricati, ma la raccolta di tutte le informazioni sarà completata solo dopo il recupero del veicolo spaziale. Il test servirà a valutare i sistemi di lancio e di rientro, tra cui controllo dell’assetto, paracadute e scudo termico.

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