Un “bonus” per quella mamma, un caritatevole bonus per una visita, anzi più d’una, tutte gratuite da uno psicologo, e di quelli bravi…Non un trattamento sanitario coatto, che ognuna è mamma come sa, come può e come gli pare. Ma un “aiutino”, un’oncia di welfare sanitario e sociale…Quella mamma che sulla spiaggia libera tra Lavinio e Anzio scrutava nervosa i suoi figlioli di 14 e 12 anni. Si torceva le mani la mamma, le si accelerava il respiro. Scrutava i suoi ragazzi, leggeva nei loro occhi, controllava i loro sguardi. E cosa ha visto quella mamma riflesse nelle pupille dei ragazzi? Due tette, due seni senza costume a coprirli. Peggio ancora una mano che su quelle tette, su quei seni spalmava una crema da sole. Mano della proprietaria dei seni, ma comunque mano che accarezzava, indulgeva, lavorava sulla carne. E allora la mamma, pensando e prevedendo che i ragazzi quei seni se li sarebbero sognati la notte o, dio non voglia, al chiuso del bagni di casa, è insorta. A difesa della verginità oculare dei maschietti di casa ha chiesto alla “malafemmina” di smetterla e coprirsi, lettteralmente “ricomporsi”. Al rifiuto, si è precipitata in Commissariato, ha denunciato le tette al sole e la sua proprietaria per atti osceni e oltraggio al pudore.
Ecco l’utilità di quel bonus: qualcuno che amorevolmente spieghi alla mamma che il seno nudo non “turba” l’adolescente, caso mai lo rinfranca. Qualcuno che spieghi alla mamma che calando la mano sugli occhi dei ragazzi, chiamando i poliziotti è lei che “turba” e parecchio la sessualità nascente dei figli. La turba forse pesantemente insegnando che il corpo umano, peggio che mai quello femminile, è sporcizia da non guardare e pericolo da cui guardarsi. Che dio abbia pietà di quei ragazzi oggi e domani delle loro fidanzate.
Questo succede in una spiaggia d’Italia nell’estate del 2010. Succede anche altro e quindi è il caso di stendere un decalogo del comportamento in spiaggia, magari da affiggere su appositi cartelli piantati nella sabbia. Meglio sarebbe affiggerlo nella testa della gente, ma questo è davvero vasto, troppo vasto programma.
Articolo uno: E’ severamente permesso che ognuno indossi il costume che gli pare e abbronzi o massaggi quella parte del corpo che gli pare. Con esclusione dei genitali s’intende. Altrimenti ogni limitazione risulterebbe quanto mai discriminatoria. Se viaggiano giustamente libere “panze” maschili, femminili volti “canottati” al botox, arti unisex tatuati alla “amatriciana”, sederi debordanti e tremolanti che neanche l’omino Michelin, sono da nascondere e reprimere due tette? Anche siliconate? Libere anche quelle, al massimo un sorriso quando restano in piedi come stecche di un gelato squagliato, dove il “gelato” è il resto della bagnante.
Articolo due: E’ severemente consentito baciarsi in pubblico, anche in spiaggia.
Articolo tre: E’ severamente consentito baciarsi anche alle coppie gay e lesbiche.
Articolo quattro: E’ severamente vietato contrabbandare per bacio d’affetto e d’amore, anche omosessuale, l’avvio e la pratica di un atto sessuale in pubblico.
Aricolo cinque: E’ severamente sconsigliato a gay e lesbiche equiparare uno sguardo o un commento che indugia stupito su di loro per omofobia e aggressione. Il vittimismo omosessuale è tanto sdoganato quanto trionfante. Gli omosessuali hanno tutti i diritti degli eterosessuali, anche in spiaggia ovviamente. Due eterosessuali impegnati in un accanito e volgare, prolungato e sfacciato lingua in bocca in pubblico sono appunto volgari e fastidiosi. Vale anche per gli omosessuali, la loro scelta e opzione sessuale non li esenta dal buon gusto, non è come spesso viene rivendicato un salvacondotto.
Articolo sei: E’ severamente vietato a bagnini e proprietari di stabilimento fare altro che i bagnini e proprietari di stabilimento. Si astengano da altre missioni.
Articolo sette: E’ severamente vietato buttarla in politica. Vale per la destra e la sinistra.
Articolo otto: vigili urbani e membri delle forze dell’ordine si occupino del racket dei parcheggi abusivi, di bar e ristoranti che non rilasciano ricevuta, di quelli che si ubriacano al tramonto. Se faranno lodevolmente solo questo, non avranno tempo per fare altro.
Articolo nove e pure articolo dieci, andrebbe stampato due volte a caratteri cubitali e imperativi: E’ severamente vietato rompere le scatole al prossimo facendo finta di occuparsi del bene comune. Ma l’osservanza di questa norma, lo sappiamo, è di fatto impossibile: paese legale e paese reale, istituzioni e società civile si sentirebbero amputati e orfani di una missione sacra e di una cara abitudine: fare al prossimo quel che non vorresti fosse fatto a te.