FIRENZE – Inizia a Firenze l’udienza del processo per le stragi del ’93 in cui deporrà il pentito Gaspare Spatuzza. Il pentito di mafia ha iniziato così la sua deposizione: ”Che sia un buongiorno per tutti. Mi chiamo Gaspare Spatuzza e sì, intendo rispondere alle vostre domande” poi “Chiedo perdono a questa città che ho sfregiato”. “Un perdono che può non essere accettato – ha aggiunto – può essere strumentalizzato, ma dovevo farlo”.
Unico imputato è il boss Francesco Tagliavia. In aula è presente un gruppo di studenti delle scuole medie superiori.
13.52 Il pentito Gaspare Spatuzza racconta che Giuseppe Graviano ”menziona” Berlusconi, in un incontro, dopo le stragi, in cui lo stesso Graviano avrebbe detto: ”abbiamo ottenuto tutto”. ”Ci incontriamo – racconta Spatuzza, riferendosi a Graviano -, lui era gioioso, mi disse che avevamo ottenuto tutto grazie alla serietà di queste persone che non erano come quei quattro socialisti che ci avevano venduto nel 1988. Lui menziona nello specifico la persona di Berlusconi. Io gli dissi se era la persona di Canale 5 e lui me lo confermo’ e mi disse che c’era anche un suo compaesano, Marcello Dell’Utri”.
Ore 13.16 Spatuzza racconta: “A fine del ’93 Giuseppe Graviano mi dice: ‘Bisogna fare un attentato ai carabinieri’. Io obietto: ‘Non è che ci siamo portati dietro un po’ di morti che non ci appartengono?’. Giuseppe Graviano ha notato la mia debolezza e avere il cuore è una debolezza per Cosa Nostra. Allora ha detto: ‘E’ bene che ci portiamo dietro un po’ di morti. Capite qualcosa di politica? E’ in piedi una situazione che se va a buon fine sarà un bene per tutti soprattutto per i carcerati’. In seguito avvenne qualcosa di anomalo e Giuseppe Graviano disse di aumentare la potenza della bomba e perciò abbiamo utilizzato una tecnica che nemmeno i Talebani. Abbiamo aggiunto un bel po’ di chili di tondini di ferro”.
Ore 13.11 Spatuzza: “Se avessi perdonato Salvatore Contorno, che aveva ucciso mio fratello, non avrei rovinato la vita mia e della mia famiglia. Attraverso il perdono si raggiunge la fratellanza”.
Ore 12.48 Spatuzza ha ricostruito la stagione stragista di Cosa Nostra. Dopo aver riferito dell’attentato di Firenze, ha ricostruito quelli di Roma e Milano del 27 e 28 luglio ’93. Nella capitale le chiese di San Giorgio al Velabro e San Giovanni in Laterano e a Milano il padiglione di arte contemporanea, con 5 morti. “Tutti gli attentati sono stati pianificati da Giuseppe Graviano” ha detto il pentito, che poi ha aggiunto: “Nel nostro gergo un attentato di chiamava ‘bingo'”.
Ore 11.46 Quanto al perdono chiesto da Spatuzza, intanto, dall’associazione dei familiari delle vittime dei Georgofili arriva un no risoluto: “Bisogna che si rassegni, il nostro perdono non glielo daremo mai – ha risposto la presidente Giovanna Maggiani Chelli – mi sono consultata anche con i parenti delle altre vittime, non ci riusciremo mai”. “Siamo con Spatuzza – ha aggiunto Maggiani Chelli – come collaboratore di giustizia, ma il perdono glielo darà Dio, quel Dio in cui lui crede. Ma non saremo noi quelli che lo aiuteranno ad andare in Paradiso”.
Ore 11.37 Nella villetta in cui si svolse l’incontro per organizzare l’attentato a Firenze, ha raccontato Spatuzza, c’erano Giuseppe Graviano, Francesco Tagliavia, Matteo Messina Denaro, Barranca e Giuliano. “Graviano – racconta Spatuzza – mi comunica che siamo lì per mettere a punto un attentato. Sul tavolo ci sono dei libri con figure artistiche, dei monumenti, delle fotografie. Per quello che ho capito loro avevano già fatto sopralluoghi a Firenze, parlavano di quei posti come se fossero già a conoscenza”. Su richiesta di precisare da parte del presidente Nicola Pisano, Spatuzza ha confermato che in quella riunione i boss stavano studiano “monumenti di Firenze”.
Ore 10.55 Spatuzza ha cominciato così: “Nel maggio del 1993 sono arrivato in questa città da terrorista, il nostro obiettivo era di colpirla al cuore e ci siamo riusciti. Oggi, 18 anni dopo, vengo qui come collaboratore di giustizia, come uomo e come pentito e intendo chiedere perdono a questa città che ho sfregiato…”
Ore 10.21 Spatuzza è arrivato nell’aula bunker di Firenze, dove si svolge il processo a Francesco Tagliavia per la strage di via dei Georgofili e gli attentati che insanguinarono l’estate del 1993, scortato da 7 agenti coperti da ‘mefistò per motivi di sicurezza. Lui stesso è stato fatto accomodare su una sedia circondata da paraventi. Si vedono solo i piedi. Numerose le telecamere presenti in aula, autorizzate a fare le riprese pur con queste cautele per la sicurezza del testimone. In collegamento dal carcere di Viterbo l’imputato Francesco Tagliavia. Il procuratore capo di Firenze Giuseppe Quattrocchi assiste in aula alla deposizione del pentito Spatuzza. Nell’aula bunker assiste al processo anche una scolaresca dell’Istituto tecnico per il turismo ‘Marco Polo’ di Firenze, accompagnata dagli insegnanti. A fare le riprese anche uno studente dell’Università di Firenze per un sito di informazione studentesca autorizzato dal presidente della Corte di Assise Nicola Pisano.
Su Francesco Tagliavia, Spatuzza ha continutato: “L’ho visto per la prima volta nell’86-87, periodo in cui eravamo partecipi per spingere il Partito socialista. C’è stato un incontro politico in Sant’Erasmo, in un ristorantino in via del Tiro a segno”. Questo il racconto del pentito sull’incontro con Tagliavia, che figura come unico imputato nel processo. Spatuzza risponde alle domande del pm Nicolosi: “Non era una persona comune – ha detto riferendosi a Tagliavia -, l’ho capito subito, quel giorno era tutto vestito di nero, non so se gli era morto il fratello. Negli anni seguenti abbiamo poi fatto degli omicidi insieme”.