Sudan: scoperta una nuova piramide nella terra dei faraoni neri di Nubia Sudan: scoperta una nuova piramide nella terra dei faraoni neri di Nubia

Sudan: scoperta una nuova piramide nella terra dei faraoni neri di Nubia

Sudan: scoperta una nuova piramide nella terra dei faraoni neri di Nubia
Sudan: scoperta una nuova piramide nella terra dei faraoni neri di Nubia

ROMA – Una nuova piramide è stata scoperta nella regione sudanese di Al-Bajrawiya. Un’antica camera funeraria 10 metri sotto terra: gli archeologi annunciano la riapertura della stanza ‘nascosta’ del nono dei monumenti nubiani risalenti a circa 2,5 mila anni fa.

Siamo nella terra dei faraoni neri, l’Egitto fuori dall’Egitto, nel regno di Kush dove 500 anni dopo che in Egitto avevano smesso farlo, si erigevano tombe reali innalzate al cielo: piramidi decisamente più piccole, molto più inclinate, oggi sommerse dalla sabbia di un deserto immenso, interrotto solo da qualche oasi dove più prossimo è il corso del Nilo.

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Per chi conosce l’Egitto, l’Alta Nubia ne è l’ideale prosecuzione, con qualche variante: i sovrani della venticinquesima dinastia erano di fattezze nettamente africane, ben riconoscibili nei graffiti che li ritraggono con le insegne reali e la doppia corona dell’Alto e Basso Egitto. E la loro lingua non era l’egizio, anche se la scrittura era simile, ma un idioma africano. Anche i loro dèi corrispondevano solo in parte alla cosmogonia egizia. (Carlo Reschia, La Stampa)

Nel Sudan poverissimo e martoriato dalla guerra civile, la zona nord è relativamente sicura: qui è possibile visitare – un po’ come i viaggiatori di un tempo, senza cartelli, barriere, code e tutto l’apparato inevitabile per accogliere il turismo di massa – siti archeologici immensi (200 sono le piramidi censite) e pressoché vergini, necropoli inesplorate, tesori archeologici nascosti. Le piramidi nubiane (la Nubia è l’antica terra dell’oro) comprendono templi e rovine di città leggendarie come Meroe, la capitale del regno di Kush.

La scoperta, come anche le precedenti, è di fondamentale importanza per il settore turistico che negli ultimi anni ha subito un brusco calo a causa delle violenze, del conflitto in Darfur e delle sanzioni economiche imposte dai Paesi occidentali. Secondo le stime, si legge su The Atlantic, il Sudan accoglie oggi 15 mila turisti all’anno contro i 150 mila di un tempo. (Sonia Montrella, Agi)

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