Ti piace la musica? Dipende da mamma e papà, un piacere scritto nel Dna. Lo studio su 9mila gemelli (frame youtube)
“Le piace Brahms?”. Romanzo e film sono finiti un po’ ingiustamente nel dimenticatoio, ma la domanda resta. Oggi dovremmo rispondere con un “dipende” più biologicamente inteso: dipende, anche, da mamma e papà. A loro piacevano Brahms o la musica in generale? Sì, perché un ultimo studio effettuato su un ampio campione di gemelli dimostra che la capacità di provare piacere ascoltando musica è in parte ereditaria, legata a geni distinti da quelli che influenzano le abilità musicali o il godimento delle esperienze gratificanti in generale.
In effetti, va constatato che il frusto stereotipo del “ritmo nel sangue” si prende una rivincita di un qualche significato. Pubblicato su Nature Communications lo studio è stato condotto dai ricercatori dell’Istituto Max Planck di psicolinguistica a Nimega, nei Paesi Bassi.
“Volevamo capire se le differenze genetiche tra individui possono determinare differenze nel piacere che le persone traggono dalla musica e cosa queste differenze possono dirci sulla musicalità umana in generale”, spiega il primo autore dello studio Giacomo Bignardi, dottorando in neuroscienze cognitive all’Istituto Max Planck.
Per determinare se i fattori genetici contribuiscono al godimento della musica, i ricercatori hanno analizzato i dati relativi a 9.000 gemelli, in collaborazione con l’Istituto Max Planck di estetica empirica in Germania e il Karolinska Institute in Svezia.
Ai partecipanti era stato chiesto per esempio di valutare la propria sensibilità alle ricompense in generale e il senso di gratificazione provato con la musica; per ciascun individuo era stata poi valutata la capacità di percepire particolari aspetti della musica come la melodia e il ritmo.
Dai risultati è emerso che la capacità di provare piacere ascoltando musica è in parte ereditaria: circa il 54% della variabilità osservata nel campione era associato a differenze genetiche tra gli individui.
Il team ha anche scoperto che le influenze genetiche sulla sensibilità alla gratificazione musicale sono in parte indipendenti dalla sensibilità alla ricompensa in generale e dalle capacità percettive della musica.
Lo studio ha inoltre evidenziato che distinti circuiti genetici influenzano diversi aspetti del godimento musicale, come la regolazione delle emozioni, il ballare a ritmo o suonare musica con altre persone.