ROMA – Le maggiori probabilità di ricaduta dei frammenti del modulo Tiangong 1 della stazione spaziale, nel caso in cui avvenisse nel territorio italiano, si concentrano il 2 aprile dalle 4,30 e fino alle 9,30 del mattino.
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E’ quanto dicono dal Dipartimento della Protezione civile. Per gli esperti la possibilità di una caduta di parti del modulo sul territorio italiano resta comunque molto remota.
Gli scienziati dell’Esa questa mattina avevano fissato una nuova finestra per il rientro della stazione spaziale cinese: dalle 12 del 1° aprile, la domenica di Pasqua, alle 23.25 del 1°aprile ora di Greenwitch, l’1.25 del 2 aprile in Italia, con una approssimazione di circa 14 ore.
Il motivo, secondo gli scienziati, è che Tiangong-1 sta scendendo molto più lentamente di quanto indicavano i modelli teorici. La discesa della Tiangong 1 prosegue molto lentamente a causa della quiete nella quale si trova il Sole in questo momento e che influenza la dinamica della termosfera, lo strato più esterno dell’atmosfera che si estende fino alla quota di 500 chilometri.
“Non essendoci una forte attività solare il rientro della stazione spaziale cinese sta avvenendo molto lentamente”, ha detto all’ANSA Tommaso Sgobba, direttore dell’associazione internazionale per la sicurezza spaziale Iaas (International Association for The Advancement of Space Safety).
In questi giorni sul Sole non si rileva infatti la presenza di eruzioni che sono capaci di perturbare gli strati più alti dell’atmosfera, scagliando verso di essa sciami di particelle. “Quando non c’è attività solare l’atmosfera è rarefatta per molte centinaia di chilometri al di sopra della terra e l’atmosfera rarefatta rallenta la caduta”, aggiunge Sgobba. Quando invece il Sole è attivo l’atmosfera diventa più densa ad alta quota e questo accelerare il rientro dei veicoli spaziali in caduta.