ROMA – Alla fine, dopo 2.375 giorni e 21 ore in orbita, la stazione spaziale cinese Tiangong 1 ha concluso la sua caduta libera sul Pacifico meridionale, al largo della costa di Tahiti, rientrando nell’atmosfera senza finire sull’Italia.
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Il suo nome significa Palazzo celeste e la sua storia è stata seguita da telescopi e radar di almeno 12 agenzie spaziali e centri di ricerca di tutto il mondo. Per giorni questo veicolo spaziale grande come un autobus e pesante quasi 8 tonnellate è diventato famoso anche in Italia: nonostante il rischio del rientro sul nostro Paese sia sempre stato molto basso, l’Italia centromeridionale rientrava nella vasta a rischio compresa fra 43 gradi di latitudine Sud e 43 gradi di latitudine Nord.
Soltanto nella tarda serata di domeica sono arrivati i dati che hanno permesso di escludere il rientro dei veicolo in caduta incontrollata sul nostro Paese. L’area a rischio, inizialmente estesa dalle Americhe all’Oceania, aveva cominciato a restringersi dalle prime ore della mattina di Pasqua: all’inizio era stata esclusa l’America centrale e settentrionale, con gran parte dell’Australia, parte della Nuova Zelanda e il Madagascar. Qualche ora più tardi la fascia si era ulteriormente ristretta, con l’esclusione di Africa sud-orientale, India e Indocina. L’Italia continuava a rientrare nella fascia, sempre nella zona da Firenze in giù, ma con un rischio che gli esperti continuavano a indicare come molto basso.
In serata le previsioni del Joint Space Operations Center (Jspoc) del Comando strategico degli Stati Uniti, punto di riferimento internazionale in questo campo, escludevano il nostro Paese dall’area di rischio e indicavano come punto più probabile per l’impatto l’Atlantico meridionale. Intorno all’1 del mattino del 2 aprile ora italiana è scattato il contro alla rovescia per il rientro, che sarebbe potuto avvenire in qualsiasi istante da allora fino alle 4:48.
Come sempre accade nei casi di rientro incontrollato, la notizia che il Palazzo celeste aveva concluso la sua corsa è arrivata oltre un’ora dopo l’impatto nell’atmosfera, avvenuto alle 2:16. Rimbalzando negli strati più alti dell’atmosfera, in una delle sue ultime orbite la Tiangong 1 aveva sorvolato il Jiuquan Satellite Launch Center, la base spaziale dalla quale era stata lanciata il 30 settembre 2011.
La sua vita operativa avrebbe dovuto essere breve, di appena due anni, invece nel 2013 la Cina decise di prolungarne l’attività, finché nel marzo 2016 perse i contatti con il veicolo spaziale e fu costretta a dichiararlo fuori controllo.