BRUXELLES – ”Ormai in Italia gli abbonati ai servizi telefonici sono più tutelati verso telefonate indesiderate da parte di operatori di telemarketing”: così la Commissione Europea motiva la chiusura della procedura di infrazione che nel 2010 era stata aperta nei confronti del nostro Paese, a causa del libero accesso agli elenchi telefonici che allora era ancora garantito a società di telemarketing, senza che gli abbonati ne fossero al corrente.
”L’Italia – spiega l’esecutivo europeo – si è allineata alle disposizioni della direttiva Ue sulla privacy e sulle comunicazioni elettroniche, introducendo un nuovo sistema di opt-out che garantisce ai cittadini italiani il cui numero figura negli elenchi telefonici pubblici di non ricevere telefonate a fini commerciali non richieste”.
”La Commissione – spiega in una nota Bruxelles – aveva avviato un procedimento d’infrazione contro l’Italia nel gennaio 2010, visto che banche dati istituite in passato per creare elenchi telefonici erano accessibili a società esterne che praticavano telemarketing senza che gli abbonati interessati ne fossero al corrente. La Commissione – si spiega ancora – aveva sollevato dubbi sulla possibilità concreta da parte degli abbonati di avvalersi dell’opt-out qualora fossero stati contrari alla trasmissione dei loro dati”.
”Le autorità italiane hanno reagito al procedimento di infrazione introducendo nuove norme a salvaguardia della facoltà degli abbonati di rifiutare telefonate a fini commerciali non richieste ed effettuate contro la loro volontà”, afferma ancora la Commissione, ricordando le misure prese dal nostro Paese: l’istituzione di un pubblico registro che raccoglie i nominativi degli utenti che si oppongono alle telefonate di telemarketing; l’adozione di una regolamentazione sull’utilizzo dei registri di utenti emessa dalle autorità preposte alla protezione nazionale dei dati; un’imminente campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla nuova regolamentazione.