“Amore tossico” a Treviso. Si impicca dopo aver impedito il suicidio della ex

TREVISO – No, non è un  film. Né l’ennesima riduzione postmoderna di Romeo e Giulietta. E’ la tragedia insensata di un “amore tossico” quella consumatasi nella periferia nascosta di Treviso. I.C., 44 anni, trevigiano, tossicodipendente di lungo corso è morto impiccato alla corda da lui stesso preparata. Credeva, sbagliando, che la sua ragazza fosse morta suicida, attaccata alla stessa corda da traino che per la disperazione avrebbe poi riutilizzato. Motore dell’assurda vicenda un veleno: al posto dell’arsenico che Shakespeare metteva sulle bocche dei disgraziati amanti di Verona, la droga, l’eroina.

Un passo indietro. I due fidanzati attraversano un momento difficile, sicuramente non l’unico, per via della loro dipendenza. Che ingigantisce i problemi, si trasforma in depressione. Mercoledì sera (18 maggio) nei pressi di Monigo, lungo la strada di Castagnole che da Treviso porta a Paese, si danno appuntamento per parlarsi, il loro rapporto sta naufragando. Cercano un estremo tentativo di riconciliazione. Ma, come in ogni storia travagliata, il confine tra le frasi d’amore e le dispute rancorose è labile. Litigano, si drogano, si addormentano.

Questo il resoconto della tragica notte come la ragazza lo ha raccontato ai carabinieri. Quando si sveglia trova il compagno esanime con una siringa penzolante dal braccio. Lei prova a scuoterlo, ma quello non reagisce. “E’ morto” urla in preda all’angoscia. Sono attimi terribili di panico. La mente, già offuscata dalla droga, si lascia trasportare dal cuore in tumulto. Corre verso l’auto, tira fuori dal bagagliaio una corda da traino e senza che se ne renda conto se l’è già legata al collo. Il compagno nel frattempo rinviene. E’ sedato, “fatto”, ma non al punto di non capire le intenzioni di lei. Le si avventa contro per strapparle di mano la corda. Nella concitazione la colpisce con forza. Lei cade pesantemente, forse sbatte la testa. Sviene.

A questo punto l’ultimo giro di questa macabra altalena. Come un Romeo impazzito di dolore guarda la sua donna e la crede morta. Si rigira tra le mani la corda che le ha appena strappato e questa volta è lui a decidere di voler morire. Agganciatala a un cavo metallico riesce dove lei aveva fallito. Quando è lei a rinvenire lui è già morto soffocato.

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