Dopo la maledizione che ha presumibilmente colpito tutti coloro che parteciparono alla ricerca ed alla scoperta, da parte dell’archeologo Howard Carter, della tomba di Tutankhamon nel 1922, oggi un altro mistero avvolge la figura del più famoso re egiziano. Questa volta si tratta di misure: che qualcuno abbia sabotato la sua mummia per nascondere che il faraone era poco dotato? Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista The New Scientist presenta la possibilità di una “cospirazione anatomica”.
A oltre 80 anni dalla scoperta della salma, le cause della morte di Tutankhamon restano ancora un mistero. All’inizio di quest’anno alcuni scienziati hanno ipotizzato che il decesso del dodicesimo sovrano egiziano fosse da addebitarsi ad un disturbo osseo e un brutto caso di malaria. Proprio la scorsa settimana però un gruppo di ricercatori tedeschi ha smentito questa ipotesi, sostenendo che il faraone 19enne soffrisse di anemia falciforme, un’anomalia genetica nei globuli rossi che provoca in ultima analisi, insufficienze agli organi.
Ma mentre ricercava la nuova prognosi per The New Scientist, il giornalista Jo Marchant ha scoperto un probabile nuovo disturbo di Tutankhamon. Una lettera pubblicata sul Journal of American Medical Association suggerisce infatti che il faraone soffrisse della sindrome di Antley-Bixler, una rara mutazione genetica che produce anomalie fisiche, come crani allungati e persino dei genitali poco sviluppati. Alcuni ricercatori, per sostenere questa ipotesi, utilizzano addirittura delle rappresentazioni artistiche che mostrano “Tut” e i suoi familiari con facce allungate.
Il capo archeologo egiziano Zahi Hawass respinge questa teoria, sostenendo che il faraone (e con lui i suoi organi genitali) fosse ben sviluppato. Ma, come sottolinea Marchant, l’organo riproduttivo del faraone non è più attaccato al suo corpo. Dopo aver partecipato a numerosi scavi, infatti, il ricercatore è stato in grado di confermare che i genitali del re sono stati attaccati alla mummia solo nel 1922, ciò significa che la castrazione postmortem si è verificata presumibilmente in tempi recenti. Il pene del faraone è stato dichiarato “mancante” nel 1968, fino a quando una scansione ha scoperto che i resti dei genitali erano nascosti sotto la sabbia che circondava la mummia.
Questa scoperta ha portato alcuni, tra cui Marchant, a credere che il pene di Tutankhamon sia stato scambiato qualche tempo dopo l’imbalsamazione del suo corpo. Magari per salvarlo dall’imbarazzo dello spogliatoio, anche nell’aldilà.