Udine: arrestato il serial killer delle prostitute, trovato il corpo di una vittima. Le uccideva con una balestra

Un uomo sospettato dell’omicidio di almeno due prostitute è stato fermato dalla Polizia al termine di una caccia all’uomo in corso da oltre 24 ore in Friuli e Veneto. Si tratta di Ramon Berloso, di 35 anni, goriziano di 35 anni, condannato in passato per la morte di un uomo durante una rissa in Friuli. Berloso è stato fermato nella notte tra il 19 e il 20 luglio dalla Polizia Ferroviaria nella stazione di Padova ed è stato condotto in Questura a Udine.

Nel corso della mattinata di martedì 20 luglio la polizia ha  trovato l’arma con la quale – secondo gli investigatori – sono state uccise due escort, una romena e un’italiana, delle quali non si hanno notizie da alcuni mesi. Si tratta di una balestra che è stata trovata dagli investigatori in un campo ad alcuni chilometri dal luogo dove gli investigatori sospettano siano state sepolte le due escort a Campolongo al Torre (Udine).

La balestra è stata ritrovata grazie alle informazioni fornite dallo stesso Berloso, che, quindi, ha cominciato a collaborare con la Polizia.

Poco dopo, proseguendo lo scavo, le forze dell’ordine hanno trovato anche il corpo di una donna, in avanzato stato di decomposizione. Per avere certezze bisognerà aspettare gli esami ma è probabile che si tratti di una delle due prostitute scomparse. E’ stato trovato dai Vigili del Fuoco che stanno scavando sulle rive del Torre, nei pressi di un viadotto, nel punto indicato da Berloso, in localita’ Tapogliano di Campolongo al Torre (Udine), nei pressi di Aiello del Friuli. Alle operazioni di diseppellimento partecipano gli specialisti della Polizia Scientifica di Padova e Udine; sul posto ci sono alcuni dei pm che hanno svolto le indagini sulla scomparsa delle escort

Interrogato dagli investigatori della Questura, Berloso in mattinata ha  cominciato a fare le prime ammissioni indicando anche la zona, sulle rive del fiume Torre, dove avrebbe abbandonato i cadaveri delle due donne e dove è stata ritrovata la balestra e uno dei due corpi. Le operazioni per la sua cattura erano scattate da oltre 24 ore con un centinaio di uomini di Polizia e Carabinieri, con l’impiego di elicotteri e unità cinofile, e hanno riguardato una vasta zona del basso Friuli, ai confini con il Veneto.

Le indagini, coordinate dal sostituto Procuratore della Repubblica di Brescia Raimondi, sono state condotte dalla Polizia di Udine in collaborazione con i Carabinieri che, il 29 giugno scorso, a Cervignano del Friuli (Udine), hanno ritrovato l’auto di Diana Alexiu, una escort romena di 24 anni di cui non si hanno notizie dallo scorso 20 maggio. Nel corso di queste settimane, la Polizia di Udine ha concentrato verifiche e accertamenti nella zona della bassa friulana per risalire alle persone che avrebbero potuto incontrarsi con la donna che, secondo quanto emerso nelle settimane scorse, avrebbe raggiunto il Friuli da Desenzano del Garda (Brescia) per un incontro. Alcuni testimoni avevano riferito agli investigatori di aver visto la donna il 22 maggio in un bar a Palmanova (Udine).

La caccia all’uomo e’ scattata dopo la scoperta, da parte della Polizia, che Berloso stava per incontrare un’altra ragazza. Gli investigatori gli hanno teso una trappola nelle campagne di Aiello (Udine), a poca distanza dalla sua abitazione. L’uomo, che era solo nella sua Punto Bianca, e’ però riuscito a evitare la cattura con una manovra spericolata e, abbandonata l’auto nei pressi del cimitero di Crauglio di San Vito al Torre (Udine) e’ fuggito a piedi. Ricercato per ore da decine di poliziotti e Carabinieri, è stato scoperto nel cuore della notte nella stazione ferroviaria di Padova. Oltre che della scomparsa della escort romena Diana Alexiu, Berloso e’ sospettato della scomparsa di una escort originaria di Mestre (Venezia), residente in un appartamento di Marcon (Venezia) dove – secondo gli investigatori – svolgeva la sua attivita’. Della donna non si hanno notizie dallo scorso marzo.

Berloso era tenuto sotto controllo da alcune settimane dalla Polizia di Udine che aveva forti sospetti sul suo conto. L’uomo ha vari precedente e nel 1996 è stato condannato dal Tribunale di Trieste a sei anni di reclusione per omicidio preterintezionale per la morte di Alessandro Paglavec, di 18 anni, avvenuta il 24 ottobre 1993 a Farra (Gorizia). Colpito durante una rissa, Paglavec mori’ soffocato, riverso in una pozzanghera di fango in un campo di mais nelle campagne del paese.

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