Una veglia per le vittime dell’omofobia, l’alt della Curia di Palermo

PALERMO – Niente veglia speciale per le vittime dell’omofobia, la Curia di Palermo non la vuole. Secondo quanto scrive Marco Pasqua su Repubblica era in programma una preghiera il 12 maggio nell’ambito delle celebrazioni per il gay pride organizzate nella città.

L’appuntamento era stato organizzato nella Parrocchia di Santa Lucia tramite “Ali D’Aquila”, un gruppo di cristiani gay e lesbiche, appoggiati per l’iniziativa da don Luigi Consonni. Il religioso, un missionario comboniano, è stato fermato dall’arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, e il vescovo ausiliare, Carmelo Cuttitta, gli hanno imposto di ritirare l’autorizzazione per l’utilizzo dei locali della parrocchia.

Il divieto sarebbe partito da una lettera ai vescovi della chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omossessuali dell’1 ottobre 1986, firmata dall’allora cardinale Joseph Ratzinger, e che prevede “la cura pastorale” degli omosessuali, con l’assistenza di medici e psicologi. “La chiesa ci aveva concesso i locali – spiegano gli organizzatori di Ali D’Aquila, gruppo nato nel 2009 – e francamente siamo tristi e indignati per questo veto, che ci è stato comunicato da don Luigi Consonni, e neanche dall’arcivescovo. Con la nostra preghiera volevamo ricordare quanti soffrono a causa del pregiudizio omofobico”.

Don Luigi Consonni ha fatto sapere: “La Curia di Palermo, venuta a conoscenza dell’iniziativa, mi ha invitato al pieno rispetto delle norme date dalla Santa Sede al n. 17 del documento Lettera ai vescovi della Chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali dell’1/10/1986. Quindi mi è stato chiesto di annullare l’incontro di preghiera del giorno 12 p. v. nella parrocchia di Santa Lucia”.

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