ROMA – Come una sorta di ‘neo’ in movimento sulla superficie del Sole, il pianeta Venere fra la mezzanotte e l’alba di mercoledì 6 giugno transiterà davanti al disco della nostra stella.
Un evento astronomico imperdibile visto che il prossimo transito di Venere avverrà tra 105 anni, l’11 dicembre del 2117. Venere, spiega l’Isituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), sfilerà lentamente davanti al Sole, compiendo il tragitto in circa 6 ore e 40 minuti.
Il fenomeno è dovuto al perfetto allineamento fra Sole, Venere e Terra. Poiché le orbite dei due pianeti attorno alla nostra stella sono leggermente inclinate l’una rispetto all’altra, si tratta di un fenomeno molto raro che si verifica ogni volta a distanza di circa cento anni e in coppie distanziate di pochi anni fra loro.
L’ultima volta che Venere ha eclissato il Sole è stato l’8 giugno 2004. Un’occasione unica dunque, visibile da sette continenti ma che dall’Italia sarà osservabile solo a fenomeno in corso già.
”Le fasi finali del transito osservabili dall’Italia – spiega l’Unione Astrofili Italiani (Uai) – si verificano quando il Sole è ancora molto basso sull’orizzonte orientale. Sono quindi favorite le località a Est. Sulla costa adriatica infatti l’orizzonte è libero da ostacoli ed è possibile seguire tutte le fasi del sorgere del Sole”.
Attenzione, però, avverte l’Inaf, l’osservazione richiede cautela: è fondamentale osservare il Sole mai direttamente, ma solo attraverso vetri protettivi specifici altrimenti si rischiano serie conseguenze per gli occhi.
Il transito di Venere, sarà anche un’occasione unica per gli astronomi per studiare l’atmosfera del pianeta e per affinare le tecniche utilizzate per studiare e scoprire i pianeti extrasolari molti dei quali vengono scoperti proprio quando transitano davanti alle loro stelle.
”Poter assistere al transito di Venere ci permette di verificare la tecnica dei transiti da vicino, all’interno del nostro Sistema solare, offrendoci così l’opportunità di un test straordinario” spiega Giuseppe Piccioni, dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali (Iaps) dell’Inaf che è anche a capo di una spedizione diretta alle Isole Svalbard, oltre il circolo polare artico, dedicata all’osservazione del transito di Venere.
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