Vinyls di Porto Marghera, i dipendenti non mollano: “Ancora speriamo nel compratore”

Per protestare c’è chi sale, come gli studenti, su un tetto chi, come gli immigrati di Brescia, su una gru. Loro, sei lavoratori (fra cui una donna) della Vinyls azienda chimica di Porto Marghera, giovedì 25 novembre si sono arrampicati addirittura a centocinquanta metri di altezza, sulla cosiddetta fiaccola del fuori servizio. Altri quattro colleghi li hanno imitati sull’arco del cracking, trenta metri al di sopra del canale dei Petroli. Dieci ore esposti al freddo e al vento, nella speranza che da Roma giungessero notizie rassicuranti sul futuro degli stabilimenti e, di conseguenza, del loro posto di lavoro. Attorno alle 18 il blitz termina. Gli operai hanno ricevuto dal ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, le rassicurazioni che volevano: l’offerta di acquisto da parte del fondo svizzero Gita, che sarebbe dovuta scadere il 30 novembre, è stata prorogata fino al 15 gennaio 2011. Ora partiranno gli incontri con potenziali acquirenti, poi saranno convocati i tavoli con le parti sociali. La speranza di un futuro per le centinaia di lavoratori e, più in generale, per la chimica nel Nord Est rimane dunque viva.

Nelle dieci ore di protesta, sotto la fiaccola sono transitati sindacalisti, assessori, consiglieri comunali e regionali. C’era il vicesindaco Sandro Simionato, come l’assessore provinciale al Lavoro, Paolino D’Anna. Questi ultimi hanno realizzato un ponte telefonico rispettivamente con il sindaco Giorgio Orsoni e il presidente della Provincia, Francesca Zaccariotto. Un dialogo con le istituzioni necessario per ottenere la già citata proroga dell’offerta di acquisto, condizione minima posta dai lavoratori per scendere a terra. Una protesta lampo che, in qualche modo, è servita. Ad ottenere sette settimane di speranza supplementare per gli operai, innanzitutto, ma anche ad attirare l’attenzione sulla situazione drammatica che coinvolge, se si considerano l’ampiezza dell’area interessata e le connessioni fra imprese, migliaia di lavoratori.

Un gesto che, però, ha attirato anche qualche critica, a causa della breve durata della protesta, da alcuni interpretata come un segno di debolezza. Ma Riccardo Colletti, segretario generale della Filctem Cgil di Venezia, non ci sta: «Anche se siamo scesi siamo molto determinati, bisogna che si sappia che noi sulla torre possiamo risalire anche domani”. Colletti, poi, spiega come il contesto in cui inserire la vicenda Vinyls sia in realtà molto più ampio: “Questa vicenda va avanti da almeno un anno e mezzo. L’azienda è in regime di amministrazione controllata e deve essere venduta, ma i due acquirenti che si erano fatti avanti (Sartor e Ramko, ndr) hanno poi rinunciato a causa della demonizzazione che ne è stata fatta ad opera dell’Eni. Ora non vogliamo che la storia si ripeta per la terza volta”.

Al centro delle accuse dei sindacati, gli stretti legami tra la partecipata statale e il mondo politico ed imprenditoriale (“Ogni volta che spunta un potenziale acquirente l’Eni, in qualche modo, mette i bastoni fra le ruote”), gli eccessi della burocrazia (“Qui ci vuole un anno per ottenere gli stessi permessi che in Germania ti danno in un mese”)e, soprattutto, l’immobilismo dei governi che si sono succeduti negli ultimi anni, come racconta ancora il segretario Filctem: “Noi pensiamo che la chimica, nonostante tutto sia cruciale, non solo per quest’area ma per tutto il Paese. Invece abbiamo incontrato e continuiamo ad incontrare ostacoli enormi nel dialogo con l’esecutivo. E non è una questione di colore politico: ora c’è un governo di centrodestra, ma noi abbiamo sempre avuto scontri anche durante il governo Prodi”.

L’ultima tirata di orecchie di Colletti, in attesa di conoscere gli sviluppi della vicenda, va alla Lega, il partito che in questi ultimi anni aveva maggiormente mostrato una capacità di stare vicino alla classe proletaria: “Molte istituzioni e molti partiti si sono mossi, la questione è sentita e c’è una trasversalità vera. Ma devo dire che la Lega (Luca Zaia è governatore in carica dalla primavera 2010, ndr), una volta “presa” la Regione non si è più fatta sentire”.

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