Winter, il lama color cacao che potrebbe salvarci dal coronavirus. I suoi anticorpi lo bloccano Winter, il lama color cacao che potrebbe salvarci dal coronavirus. I suoi anticorpi lo bloccano

Winter, il lama color cacao che potrebbe salvarci dal coronavirus. I suoi mini anticorpi lo bloccano

ROMA – A salvare il mondo dal Covid-19 potrebbe essere Winter, un lama color cacao il cui sangue potrebbe contenere anticorpi in grado di depotenziare il virus.

E’ quanto emerge dalla ricerca di un team di scienziati internazionali a cui ha partecipato Winter, selezionata in modo casuale.

Il lama vive in Belgio, in una fattoria centro di ricerca con circa 130 altri lama e alpaca. Come loro, produce una classe particolare di minuscoli anticorpi che mostrano una prima promessa nei test di laboratorio nel bloccare il nuovo coronavirus, ovvero impedire di entrare e infettare le cellule.

In un articolo pubblicato sulla rivista Cell il team ha riferito che i piccoli anticorpi prelevati dal sangue di Winter, sono stati utilizzati per progettare un nuovo anticorpo che neutralizza l’insidioso effetto del coronavirus.

Lo studio, sebbene preliminare, indica che se reggeranno gli studi sugli animali e sull’uomo potrebbe essere una possibile cura del Covid-19.

Winter è il lama dal muso coccolone, volto di una vasta quanto urgente ricerca scientifica mirata a creare dei farmaci per il coronavirus ispirati alle risposte raccolte dal sistema immunitario.

Gli anticorpi di Winter fanno parte di un tipo di nicchia chiamata “nanobodies“, nano-anticorpi apprezzati dai ricercatori per la loro capacità di raggiungere angoli e fessure e perché sono lenti a deteriorarsi nel corpo.

Regeneron Pharmaceuticals sta esponendo dei topi di laboratorio alla proteina spike del coronavirus e studiando il sangue dei pazienti che sono guariti da Covid-19 così da realizzare dei farmaci anticorpo tradizionali.
 
A giugno la società inizierà diversi test sull’uomo, cocktail di anticorpi sia come terapia che come misura di prevenzione per le persone ad alto rischio di sviluppare Covid-19.

La società spera di rendere disponibile il trattamento entro la fine dell’estate o all’inizio dell’autunno, con la capacità di produrre centinaia di migliaia di dosi.

Mentre in laboratorio continua la ricerca, gli ospedali statunitensi stanno già utilizzando anticorpi naturali per curare i pazienti.

Si tratta di trasfusioni sperimentali di plasma sanguigno da pazienti guariti sperando che il plasma, ricco di anticorpi anti-virus, possa salvare delle vite.

Con un vaccino disponibile, probabilmente non prima di un anno, le terapie basate su anticorpi diventeranno una delle armi più promettenti contro il Covid-19, che in tutto il mondo ha ucciso oltre 250.000 persone.

Wayne Marasco, specialista in Malattie Infettive del Dana-Farber Cancer Institute che ha sviluppato terapie sperimentali con anticorpi contro i cugini stretti dell’attuale coronavirus, ha affermato di ritenere che l’approccio potrebbe rappresentare un “punto di svolta”.

Una singola dose potrebbe curare la malattia o prevenirla per mesi. L’ex commissario della Food and Drug Administration Scott Gottlieb sul Wall Street Journal ha scritto che questo tipo di farmaci “potrebbero rappresentare a breve termine la miglior opzione per un significativo successo”.

Gli anticorpi di Winter sono ancora lontani dall’essere testati sulle persone. I ricercatori belga stanno iniziando appena adesso gli studi preclinici su criceti.

Ma sta procedendo in tempi rapidi la realizzazione di altri farmaci anticorpo più tradizionali.

La speranza è che facciano da ponte fino all’arrivo del vaccino.

Anche Vir Biotechnology, che prevede di avviare test sull’uomo in estate, ha assunto una rete nazionale di addetti ai prelievi.

Andranno porta a porta per prelevare sangue da chi è guarito da Covid-19 così da aiutare la ricerca per una cura a base di anticorpi.

La società che ha fatto il prelievo di sangue, Sanguine Biosciences, ha inviato gli addetti a casa per ridurre il rischio di contagio, evitando di spostarsi in una clinica o un laboratorio.  

Sulla rivista Nature, un team di ricerca dell’Università di Utrecht, Paesi Bassi, ha riferito di aver creato un anticorpo monoclonale chiamato 47D11 in grado di neutralizzare il coronavirus nei test di laboratorio.

Questi farmaci non sono prodotti con sostanze chimiche ma con cellule viventi che crescono nei bioreattori e tendono ad essere costose; devono essere somministrati tramite iniezione.

I ricercatori stanno pensando come aumentare la produzione.

Il modo più rapido per una cura sarebbe quello di riutilizzare un farmaco esistente con una lunga tradizione di sicurezza.

Al riguardo, gli scienziati stanno esaminando molti farmaci testati nel tempo per capire se offrono risultati promettenti negli esperimenti di laboratorio e ne stanno trasferendo alcuni in clinica.

Ma i trattamenti anticorpo potrebbero essere un modo potente e mirato per sviluppare rapidamente un nuovo farmaco che non solo cura la malattia, ma per prevenire il Covid-19.

Gran parte di questa ricerca è già avvantaggiata dall’esperienza con la Sars.  

Marasco ha realizzato una banca dati di 27 miliardi di anticorpi umani da campioni di sangue prelevati da personale ospedaliero alla fine degli anni ’90.

Li ha poi utilizzati per sviluppare terapie sperimentali per la Sars e la sindrome respiratoria del Medio Oriente (Mers).

Cure che furono concesse in licenza alle società farmaceutiche, ma l’interesse del governo e commerciale svanì quando i focolai virali si esaurirono.

Marasco sta lavorando a terapie anticorpo per il nuovo coronavirus, fiducioso che questa volta le cose saranno diverse.

Il ruolo di Winter nella battaglia contro il coronavirus è iniziato nel 2016, quando i ricercatori l’hanno immunizzata con le proteine di Mers e Sars.

Hanno quindi prelevato il sangue e isolato gli anticorpi, uno dei quali ha mostrato il potenziale di neutralizzazione della Mers, e un altro ha neutralizzato la Sars, come ha affermato Daniel Wrapp, coautore dello studio e dottorando presso la University of Texas a Austin.

Il team del Texas, in collaborazione con i colleghi del National Institutes of Health e dell’Università di Gand in Belgio, stava cercando di sviluppare un vaccino universale per i coronavirus umani, quattro dei quali sono comuni e causano sintomi simili al raffreddore.

Mentre i ricercatori speravano di trovare un singolo anticorpo in grado di colpire tutti i coronavirus, è stato scoperto un “contentino”: due anticorpi promettenti contro Mers e Sars, ha detto Wrapp.

Stavano scrivendo ciò che avevano imparato da Winter quando è emerso il nuovo coronavirus. Si misero subito al lavoro. Hanno presto scoperto che un nuovo anticorpo – che avevano creato collegando due copie dell’anticorpo del lama che aveva contrastato la Sars – era in grado di legarsi e neutralizzare il nuovo coronavirus, noto come Sars-CoV-2.

“È interessante avere un rinnovato senso di urgenza nei confronti del proprio lavoro, perché potrebbe avere implicazioni molto importanti per lo sviluppo del vaccino e le cure”, ha affermato Wrapp.

Secondo Wrapp, se i piccoli anticorpi funzioneranno negli esseri umani, potrebbero essere somministrati come cura tramite un inalatore mentre gli anticorpi monoclonali più grandi tramite iniezione. (Fonti: Cell, Nature, Science, Whashington Post).

Gestione cookie