MILANO – Yalla Italia è sbarcato sul web. Il fenomeno delle seconde generazioni di immigrati che ha fatto parlare di sé anche il New York Times, apre un sito interamente gestito da una redazione multietnica, che di certo non la manda a dire. Un esempio? Alla prima uscita, ha pubblicato un editoriale dedicato a Giuliano Pisapia: «Caro sindaco, era così difficile mettere un giovane di seconda generazione in giunta?».
Per capire cos’è Yalla Italia, basta leggere come si presentano loro stessi sul sito: «Un ritrovo per giovani che nessuno ha trovato il modo di definire: seconde generazioni, nuovi italiani, generazioni 1.5, figli di immigrati, bla bla bla…espressioni lente, lentissime, che non colgono la dinamicità e la rapidità con cui la società italiana sta cambiando, i mille volti che ne rappresentano il carburante silenzioso, il paese reale».
Il portale Yallaitalia.it è l’estensione online dell’omonimo mensile cartaceo che il settimanale Vita ha pubblicato per tre anni dal 2007 al 2010, ideato da Martino Pillitteri e Paolo Branca. La redazione si trova in via Quaranta a Milano dove, l’una di fronte all’altra, si trovano l’entrata della moschea e quella della redazione di Yalla Italia.
Online dal 24 giugno, Yallaitalia.it «è un po’ blog, un po’ portale d’informazione, un po’ social network, e racconterà l’attualità da un altro punto di vista», ha spiegato Martino Pillitteri, coordinatore del progetto. In redazione, una ventina tra ragazzi e soprattutto ragazze, di seconda generazione italo-arabi, studenti e lavoratori, laici e praticanti. «Il fatto che molte delle redattrici siano donne è significativo», ha commentato Paolo Branca, islamologo all’Università Cattolica di Milano, «nelle seconde generazioni l’elemento femminile è quello più dinamico: sa comunicare e lo sa fare meglio».
«Diremo la nostra», fanno sapere, «non da italiani, o da arabi, o da eurocentrici: semplicemente come nuovi cittadini che appartengono contemporaneamente a due mondi e che si divertono a coglierne gli aspetti più interessanti, contraddittori, ambigui, problematici e perché no, provocatori». Promessa mantenuta, il primo articolo pubblicato è dedicato al neo sindaco di Milano e titola«Caro Pisapia, è stata solo la sveltina di una notte?». Scrive Randa Ghazi, scrittrice e redattrice di Yalla Italia: «Questa nuova giunta, a me pare proprio carina, mi pare professionale e le dirò che sei donne (sei vere donne, al netto di botulino e incompetenza) sono una boccata d’ossigeno, cosa per cui mi pare doveroso ringraziarla, che in Italia queste cose non sono affatto scontate. Ma un paio, che dico un paio, diciamo uno, un solo professionista di seconda generazione era così difficile da trovare a Milano? Sa quanto onesto, rivoluzionario, e coraggioso (oltre che sacrosanto, ma è che l’Italia è un mondo capovolto dove ti fan venire dubbi persino su quello che hai mangiato a pranzo) sarebbe stato far fede alla pagina quattro del suo programma elettorale, dove promette la “partecipazione attiva di nuovi cittadini (giovani e stranieri) alla vita pubblica”?».
Alla giovane italo-egiziana ha risposto, direttamente dalle pagine del blog, Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali con delega all’immigrazione. La Giunta di Giuliano Pisapia, ha fatto sapere, darà vita a Milano a un tavolo di confronto permanente con gli immigrati di seconda generazione.
Altri piatti forti che si trovano sul portale, sono le sezioni “Oggi ce l’ho con”, in cui si parla di tv, opinione pubblica, stampa e «chiunque ci fa arrabbiare. Astenersi stomaci delicati»; “S-veliamoci”, la rubrica che toglie il velo ai pregiudizi e “Yallaleaks”, fughe di notizie piccanti sulla politica e attualità. «Il tema più importante resterà sempre quello della cittadinanza», ha detto Martino Pillitteri, «vogliamo lavorare per creare una massa critica, un movimento che possa influire sulla legge».