Per otto ore martedì quel cantiere, che si trova a due chilometri dal centro sportivo dove Yara è stata vista per l’ultima volta venerdì pomeriggio, e proprio sotto il ripetitore che gestisce il traffico telefonico del Comune, è stato controllato palmo a palmo da uno spiegamento di forze notevole: i lavori edilizi in corso sono stati sospesi per far spazio alle minuziose analisi dei Ris, i carabinieri specializzati in indagini scientifiche. Sul posto sono arrivati praticamente tutti gli ufficiali dell’Arma di Bergamo, dal comandante provinciale in giù, e con loro i volontari del Soccorso alpino e speleologico di Verbania, i vigili del fuoco, la protezione civile. E il pm Letizia Ruggeri, che da cinque giorni è come se avesse trasferito il suo ufficio a Brembate.
Pozzi, cisterne, fossati, tombini: ogni cavità del cantiere è stata perlustrata e le ricerche, che attirano le consuete moltitudini di curiosi, riprenderanno stamattina, anche nei campi e nei boschi circostanti, inoltrandosi anche nei comuni circostanti. Tutti gli indumenti che sono stati ritrovati ieri, però, non appartengono a Yara: non la calzamaglia nera né il berretto o la scarpa emersi dal terreno. E nemmeno la ciocca di capelli ritrovata su un muretto a pochi metri dalla palestra.
In mancanza di indizi o testimonianze credibili – martedì sarebbe stato sentito a lungo Enrico Tironi, il ragazzo che aveva detto alle telecamere di aver visto Yara parlare con due uomini, ma la notizia non è confermata – l’unica cosa che resta ai detective è controllare tutti gli alibi (da quelli degli operatori del centro polisportivo ad amici, familiari e conoscenti) e analizzare nuovamente il percorso che la ragazza ha fatto la sera della scomparsa.
Attività alla quale si è voluta prestare personalmente, martedì sera, la mamma di Yara, Maura Gambirasio, accompagnata dal capitano dei carabinieri Giovanni Mura. La donna ha voluto parlare con tutte le persone – le istruttrici e le compagne di danza ritmica – che venerdì hanno visto per l’ultima volta la figlia. Sebbene con qualche perplessità, l’ipotesi che la studentessa delle Orsoline di Bergamo sia ancora viva non è ancora del tutto esclusa.