ROMA – Debellare la febbre dengue modificando il Dna delle zanzare che ne sono portatrici. L’idea dei ricercatori è ambiziosa, ma non priva di rischi. Gli scienziati hanno introdotto in Guatemala una zanzara geneticamente modificata, che provoca la morte del partner dopo l’accoppiamento. Il genocidio dei veicoli di diffusione del virus della dengue dovrebbe così permettere la scomparsa della malattia. Ma l’introduzione di una specie geneticamente modificata in un ecosistema potrebbe avere effetti collaterali non prevedibili dagli scienziati.
I casi di febbre dengue sono quadruplicati dal 1970 ad oggi secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della salute, Oms. Ogni anno gli ospedali registrano ben 500 mila casi, molti dei quali interessano i bambini. La percentuale di mortatlità è del 2,5 per cento e sale al 20 per cento nel casi di trattamenti terapeutici inadeguati. Secondo l’Oms i due quinti della popolazione mondiale è a rischio, data la grande diffusione di questa febbre tipica dei climi tropicali e sub tropicali, ma che oraha raggiunto anche vaste aree urbane.
La febbre dengue è pericolosa, ma ne esiste una forma più grave, la febbre dengue emorragica, per cui le cure spesso sono inefficaci. Anche se lo scopo dei ricercatori era quello di debellare la pericolosa dengue, le popolazioni locali non hanno gradito il rimedio della scienza, attuato senza prima consultare chi vive in quei luoghi. Infatti introdurre un insetto geneticamente modificato in un ecosistema ne altererà l’equilibrio in modi che forse gli scienziati non sono in grado di prevedere. Il rischio dunque è quello di debellare la dengue, ma generare nuove e inaspettate forme di pericolo per gli equilibri di flora e fauna dell’ecosistema e per la salute dell’uomo che vive in quelle zone.