Per sapere se il vino che vi è stato venduto come pregiato lo è davvero presto sarà sufficiente farlo datare con il carbonio. L’idea arriva da un pool di ricercatori dell’Università di Adelaide e certamente piacerà a palati fini e collezionisti. Per essere sicuri di non essere stati truffati, quindi, si potrà ricorrere alla datazione al carbonio, la stessa che si usa per stabilire l’età dei reperti archeologici.
Il metodo, almeno sulla carta è semplice e si basa sul fatto che due isotopi del carbonio, il C-12 e il C-14 hanno un rapporto quantitativo costante nell’atmosfera. Spiega il coordinatore della ricerca, Graham Jones, che «fino alla fine degli anni Quaranta il carbonio 14 era prodotto, nell’atmosfera terrestre, dall’interazione dei raggi cosmici con l’azoto. La situazione è cambiata negli anni successivi fino al 1963, periodo durante il quale sono stati condotti, nell’atmosfera, numerosi esperimenti atomici che hanno significativamente aumentato la quantità di C-14. Quando i test sono terminati, è cominciata la diluizione di questo C-14 nella CO2 prodotta dalla combustione di combustibili fossili».
Risultato: una parte di carbonio finisce nelle bottiglie e, in base alla percentuale, è possibile definirne con esattezza l’età smascherando i truffatori. I ricercatori hanno sperimentato il metodo su 20 bottiglie di vino australiano e il sistema è sempre stato accurato, con margine di errore inferiore all’anno. Sull’economicità e la fattibilità su grande scala dell’operazione, però, i dati non sono ancora pubblici.