Tra mille anni l’essere umano sarà gobbo, avrà mani come artigli, un collo basso e spesso, tre palpebre per occhio e anche un cervello più piccolo. Inoltre avrà dimensioni inferiori e probabilmente sarà anche meno “prestante” dal punto di vista intellettivo. L’uomo andrà incontro a una vera e propria trasformazione, condizionata e veicolata dall’uso della tecnologia nelle nostre vite.
Come saremo tra mille anni: la ricerca
Sarebbe questo l’aspetto dell’uomo tra mille anni secondo la ricerca commissionata dalla compagnia telefonica Toll Free Forwarding. Dall’elaborazione 3D è venuta fuori “Mindy”, la donna del 3000, che dovrebbe mostrare la rappresentazione degli effetti della tecnologia sull’evoluzione, o per molti aspetti involuzione, del corpo umano.
Postura e gestualità ripetitive, ad esempio, sono soltanto due degli elementi condizionati dalla tecnologia che in un lontano futuro potrebbero rendere l’uomo diverso da come è oggi. Gli adattamenti vantaggiosi per la vita digitale che emergono casualmente, infatti, potrebbero “fissarsi” nelle popolazioni e dunque essere tramandati di generazione in generazione.
In un articolo per Health Matters, il dottor K. Daniel Riew del New York-Presbyterian Orch Spine Hospital, ha spiegato esattamente cos’è: “Quando lavori al computer o guardi il telefono dall’alto in basso, i muscoli della nuca devono contrarsi per tenere la testa alta. Più guardi in basso, più i muscoli devono lavorare per mantenere la testa alta. Questi muscoli possono diventare eccessivamente stanchi e doloranti guardando i nostri smartphone e tablet o trascorrendo la maggior parte della nostra giornata lavorativa al computer”.
Gli effetti sul cervello
Gli effetti della tecnologia sull’uomo non riguarderanno soltanto la postura ma arriverebbero a modificare anche direttamente le nostre funzioni cerebrali. Con una serie di studi a lungo termine che cercano di stabilirne l’impatto completo, nel 2011 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato le radiazioni degli smartphone come “possibilmente cancerogene per l’uomo” (qui avevamo scritto delle possibili conseguenze degli smartphone sul cuore per i portatori di pacemaker riportate dall’Iss).
Gli effetti potrebbero essere più rilevanti in particolarmente sui bambini, in quanto i loro crani meno sviluppati sono più sottili e assorbono fino a tre volte più radiazioni rispetto ai cervelli adulti. Per questo il cranio dell’essere umano del 3000 potrebbe essere leggermente più spesso, così da proteggere il cervello, che però nel frattempo potrebbe rimpicciolirsi.
Secondo quanto emerso da un recente studio internazionale del Dartmouth College di Hannover, il cervello del genere Homo sarebbe di dimensioni più ridotte rispetto a circa 3mila anni fa e in futuro potrebbe diventare ancora più piccolo a causa dello sviluppo, è l’ipotesi, della cosiddetta “intelligenza collettiva”, veicolata attraverso la comunità e la tempesta di informazioni ricevute tramite gli smartphone.