Disoccupato, nullatenente e con il maxi yacht: altro che Vasco, Briatore e Massimo Boldi

Pubblicato il 18 Agosto 2010 - 12:39 OLTRE 6 MESI FA

Lo yacht sequestrato a Briatore

Disoccupato e nullatenente. Questo l’identikit dell’italiano medio che possiede uno yacht. Non ci sono, quindi, solo i Flavio Briatore, Massimo Boldi e Vasco Rossi al centro delle indagini per presunta evasione fiscale condotte dalla Guardia di finanza. Al contrario c’è un esercito di “poveri” proprietari che dovrà spiegare come fa ad avere una barca o, meglio ancora, chi c’è dietro davvero.

E’ accaduto che Agenzia delle entrate e guardia di finanza si sono accordate per una raffica di controlli improvvisi, di quelli studiati per fare in modo che, quando avvenivano i blitz, sulle barche ci fosse qualcuno. Non sempre è così: se la finanza decide di controllare gli yacht mentre sono ormeggiati, nella maggior parte dei casi li trova vuoti. Per colpire, quindi, è servito un blitz in alto mare scattato tra i porti di Amalfi, Maiori, Agropoli, Acciaroli, Palinuro, Scario, Camerota e Policastro. La serie di controlli a sorpresa   ha coinvolto circa cento persone e altrettante imbarcazioni riconducibili molto probabilmente a società di charter fittiziamente costituite all’unico scopo di nascondere il vero utilizzatore. Per capirci, il reato di cui è accusato Flavio Briatore a proposito dello yacht Force Blue.

I risultati del blitz, però, hanno sorpreso persino i finanzieri. Spiega  il colonnello Alberto Catone, comandante regionale del reparto operativo aeronavale della Guardia di Finanza: “La cosa che ci ha maggiormente colpito è che su panfili e motoscafi anche di venticinque metri abbiamo trovato persone che non avevano reddito o con reddito bassissimo”. Armatori improbabili, insomma. Il punto, ora, è capire chi siano i veri proprietari e quanti nullatenenti per il fisco siano effettivamente tali. Dopo il blitz, quindi, tocca ai controlli. Anche perché i dati raccontano di un Paese dove il 64% degli yacht è intestato a gente che secondo il fisco non ha neppure i soldi per comprarsi il pane. Qualcosa non torna, insomma. E per l’Agenzia delle Entrate è ora delle verifiche.