Avetrana. Sarah Scazzi, dodici minuti per sparire

Pubblicato il 7 Ottobre 2010 - 18:47 OLTRE 6 MESI FA

Sarah Scazzi

Dodici minuti per sparire: la fine di Sarah Scazzi, la quindicenne scomparsa da Avetrana il 26 agosto e ritrovata cadavere la notte scorsa dopo la confessione dello zio Michele Misseri, si è consumata in meno di mille secondi.

VIA DA CASA, VERSO IL MARE – Sono le 14.30 quando Sarah Scazzi esce dalla casa in cui vive con la famiglia nel vicolo che sfocia in via Verdi per andare all’appuntamento con la cugina Sabrina Misseri, 22 anni. E’ appena uscita quando chiama la cugina, che è anche la sua migliore amica: non ha credito sul cellulare e quindi le fa uno ‘squillino’, segnale convenuto per dirle che sta arrivando. Con sé ha solo l’occorrente per un pomeriggio da trascorrere al mare con Sabrina e la loro amica Mariangela. 350

PASSI PER ANDARE INCONTRO ALLA MORTE – Per raggiungere via Grazia Deledda, dove vivono gli zii e la cugina, non occorrono piu’ di 300-350 passi che Sara percorre senza che nessuno la noti, o che almeno noti qualcosa di strano. Solo un testimone riferisce di averla vista mentre camminava sul marciapiede destro di via Kennedy, una delle strade che occorre attraversare per raggiungere via Deledda.

SARAH IN RITARDO, TELEFONO MUTO- Sono le 14:35 quando Mariangela, l’amica delle due ragazze, arriva a casa di Sabrina: e’ con la loro auto che devono andare al mare. Sabrina le chiede se lungo la strada ha visto la cuginetta, ma Mariangela dice non averla incontrata. Sabrina la chiama al cellulare, che squilla vuoto. La cugina si preoccupa: le due ragazze sono molto legate, anche se il giorno prima hanno avuto un litigio causato dal racconto della quindicenne sulle avances ricevute dallo zio.

FORSE ERA GIA’ MORTA – Proprio in quei minuti Sara era insieme allo zio Michele, a pochi metri dalle due amiche, nel garage la cui porta d’ingresso si affaccia sulla strada proprio a fianco della casa dei Misseri. Lo zio potrebbe averla intercettata mentre stava arrivando all’appuntamento e attirata con una scusa in garage, mentre la cugina, ignara, l’aspettava a casa. Ed è nel garage che, secondo la confessione dell’uomo, l’avrebbe strangolata per poi abusare di lei e quindi, probabilmente, caricata sulla sua Opel Astra Station Wagon, entrando in retromarcia nella rampa di accesso al garage in modo che nessuno dalla strada potesse vederlo.

L’ULTIMO CLICK DEL TELEFONINO, POI IL SILENZIO – La cugina non si dà per vinta e continua a telefonare senza avere risposta, fino a quando, alle 14:42, chi ha il cellulare in mano respinge la chiamata. Da allora il telefono di Sara restera’ muto mentre la tragedia si e’ gia’ consumata a pochi metri, in quel garage dove, Michele Misseri aveva detto di trovarsi al momento della scomparsa della nipote. In un certo senso era la verità, una parte della verità, visto che in quell’antro sotto casa ma non era solo.

Era in garage, aveva raccontato, perché il trattore non partiva. E si trovava ancora lì quando la figlia gli chiese se aveva visto la nipote. ”Stavo per prendere la macchina quando Sabrina mi chiede di Sara. Subito dopo – racconto’ circa una settimana fa – andai con mio cognato a raccogliere i fagiolini”.