La Tamoil di Cremona chiude i cancelli, mille lavoratori a rischio

Pubblicato il 8 Dicembre 2010 - 12:08 OLTRE 6 MESI FA

La Tamoil di Cremona chiude i cancelli e i primi a rischiare sono i lavoratori: 300 dipendenti del gruppo che arrivano a mille con l’indotto dal 2011 potrebbero rimanere senza posto.

L’impianto della raffineria diventerà un deposito, secondo quanto ha deciso la multinazionale controllata dal fondo libico Lia, salito agli onori delle cronache finanziarie la scorsa estate per lo sbarco in forze nel capitale di Unicredit, apre un nuovo fronte nella crisi occupazionale nel nostro Paese.

”Tutte le attività legate alla vendita e alla distribuzione dei prodotti petroliferi ai clienti continueranno a essere svolte regolarmente, cosi’ come tutte le attività di protezione ambientale e di gestione della sicurezza”, ha sottolineato la società a novembre ai dipendenti.

La scelta di chiudere dipende secondo l’azienda dalle perdite della raffineria, pari a 60milioni di euro all’anno. Per i sindacati Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uilcem-Uil la colpa è degli investimenti sbagliati: «Chiediamo il ritiro immediato di una decisione sbagliata – dice Gabriele Valeri, della Filctem-Cgil – Siamo anche sorpresi dal silenzio del neo ministro dello Sviluppo Economico. Che ci sia in mezzo una sorta di ragione di Stato?».

Il problema vero per i sindacati è che la città vive dell’impianto: «Il 20 per cento del prodotto interno lordo della città dipende dalla raffineria – sostiene il segretario della Femca Cisl di Cremona Diego Volpi – e siamo preoccupati anche per i riflessi che questa chiusura potrebbe avere su altri settori».