Tumore all’utero: si previene con la spirale medicata

Le spirali usate come contraccettivi sono efficaci contro il cancro dell’endometrio, la mucosa che riveste internamente l’utero: la spirale rilascia un ormone in dosi controllate che agisce contro la crescita di questo tumore che il sesto più frequente nella donna.

E’ il risultato di uno studio coordinato da Luca Bocciolone dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e condotto da Lucas Minig. Secondo quanto riferito sugli Annals of Oncology gli esperti hanno sperimentato su 39 pazienti dai 20 ai 40 anni una spirale che rilascia in utero dosi di un ormone progestinico (usato già come contraccettivo) chiamato levonorgestrel, in associazione con una iniezione mensile di un altro ormone, il GRH. Entrambi gli ormoni sono già noti per la loro efficacia contro il cancro dell’endometrio, ma somministrare il levonorgestrel direttamente in loco attraverso la spirale ne riduce gli effetti collaterali che tipicamente insorgono quando viene preso per bocca e entra in circolo nel sangue.

Il cancro dell’endometrio oggi si cura soprattutto con la rimozione di utero e ovaie, intervento che però condanna la donna, spesso giovane, alla sterilità. Gli esperti hanno testato una via alternativa attraverso l’inserimento in utero della spirale, che rilascia il progestinico.

Il campione di donne cui è stata inserita la spirale aveva le prime avvisaglie di cancro dell’endometrio, una condizione detta iperplasia endometriale atipica. Con questa terapia quasi tutte hanno pervenuto la crescita del tumore. Inoltre, la fertilità della donna è preservata: infatti nello studio tolta la spirale dopo un anno, le donne sono normalmente andare incontro a gravidanze.

Lo studio fa ben sperare e suggerisce che anche per altri tipi di cancro l’inserimento di un congegno che rilasci il farmaco ‘localmente’ potrebbe migliorare l’efficacia della terapia.

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