Yara, le associazioni marocchine: “Mohammed Fikri? Mai sentito nominare”

Pubblicato il 6 Dicembre 2010 - 16:19 OLTRE 6 MESI FA

Mohammed Fikri, il giovane immigrato fermato per l’omicidio di Yara Gambirasio, non era conosciuto all’interno della comunità  marocchina trevigiana e non frequentava nessuna delle associazioni nate in provincia per assistere gli stranieri.

Lo sostengono Abdallah Kezrasji, vice presidente regionale della consulta per l’immigrazione, e Hassan Hanine, presidente dell’associazione ‘Senza frontiere”. ”Sono andato a consultare il registro degli iscritti alle associazioni di immigrati del trevigiano – conferma Hanine – e il nome di Fikri non compare in nessun elenco”.

Qualche informazione sul giovane, che aveva la residenza a Montebelluna ma di fatto frequentava l’ambiente di Vallà di Riese Pio X, è venuta solo dagli affittuari dell’appartamento che Fikri aveva indicato come luogo di residenza. ”Mi hanno detto che non credono possibile che il connazionale possa aver ucciso Yara – racconta Hanine, spiegando di essersi voluto recare di persona nell’alloggio – perche’ e’ un bravo ragazzo che non aveva mai dato problemi”.

”E’ prematuro ogni commento sul fermo – aggiunge Kezrasji -, anche se ci siamo messi nei panni della famiglia e non possiamo non condannare severamente chiunque sia stato l’autore della scomparsa della ragazzina”. Una condanna che deve comunque avvenire dopo l’accertamento delle responsabilità.  ”Non si può dire che gli immigrati debbano essere messi in galera e poi si butti via la chiave – conclude, accennando alle polemiche innescate dal fermo del marocchino – semmai che è il caso di mettere le porte, ma senza chiavi”.