Innovazione e agenda digitale: difendersi dalla “fuffa”

Cos’è la “fuffa”? Secondo Wikipedia, imprescindibile consultazione per dubbi di varia natura, la fuffa è “la tipica lanetta che si forma nei tessuti e che in genere si rimuove poiché anti-estetica. Proprio questa connotazione ha fatto sì che venisse usato in senso lato per indicare un eccesso inutile. Può indicare anche l’accumulo di peli che si verifica negli animali o l’accumulo di polvere in batuffoli“.

Lasciando perdere i tessuti e le vostre lavatrici sbagliate, guardatevi attorno: il Paese è pieno di fuffa.
Così tanta fuffa che anche temi nobili, come l’Innovazione, iniziano a produrre orrenda lanetta intellettuale.
Pensiamo al caso dell’Agenda Digitale. Lanciata dall’Ue quasi 2 anni fa, con a capo la commissaria europea Neelie Kroes, ha imposto nuove scadenze e nuovi obiettivi.
Fin qui, perfetto.
La risposta dell’Italia è stata piena e rotonda.
E-government, E-commerce, Smart communities, Alfabetizzazione informatica, Ricerca e Investimenti, Infrastrutture e Sicurezz: l’ Agenda digitale italiana, si articolerà su questi temi attraverso altrettanti gruppi di lavoro.
Abbiamo anche una “cabina di regia” con il compito di “accelerare il percorso di attuazione dell’agenda in raccordo con le strategie europee, predisponendo una serie di interventi normativi da attuare tra marzo e giugno prossimi“. Notiamo con piacere che non si fa riferimento a “task force” e non si pronuncia mai il termine “progetto pilota”.
Nel frattempo, siamo a marzo e iniziamo a prendere appunti sulla nostra, di agenda.

Attorno all’Agenda Digitale italiana abbiamo visto numerosi movimenti di truppe. Insospettabili e grigi manager di aziende si sono entusiasmati per gli Open data, sindaci fiaccati da sistemi di mobilità insostenibile sognano di vivere in una Smart City, per non parlare della corsa all’Alfabetizzazione Informatica che sogna il fantasma di Steve Jobs che si reincarna in un Maestro Manzi del terzo millennio.

Di fronte a questa sfida (“sfida”, altro termine in voga nel Paese che deve rifarsi una sostanza emotiva), l’unica possibilità che hanno gli innovatori è tenere bene salda la barra del timone.
Queste sono le nostre tre proposte di metodo, create nella non meno valida Cabina di Regia di #sapevatelo:
Stop ai convegni nei quali ci si conta davanti al buffet.
Abolizione dell’aggettivo “visionario” da ogni progetto.
Comunicare i valori che sono dietro a parole d’ordine come “smart cities”. Se i cittadini sono ignoranti e incivili, non c’è città smart che tenga.

Personalmente, poi, andremo verso l’innovazione con il router wireless di casa acceso solo quando serve. Le onde elettromagnetiche fanno male. E questa non è fuffa. Ma sicuramente è un’altra storia.

 

@Fraq

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