L’attacco di un brano è senza dubbio una parte molto importante, che definisce l’atmosfera e cattura l’attenzione dell’ascoltatore. In percentuale, non accade molto di frequente che i brani inizino con la batteria, ma quando succede spesso ci troviamo di fronte a veri e propri gioielli di creatività. Ecco perché ho deciso, in questo articolo, di proporvi 10 fantastiche intro di batteria. È vero, ho appena detto che le intro di batteria non sono molto frequenti, statisticamente parlando. Eppure se ne trovano davvero tante, certamente più di dieci, che sono più che degne di attenzione.
Allora ecco i criteri che ho scelto per selezionare le 10 fantastiche intro di batteria di questo elenco. Innanzitutto, ho dato la preferenza ai casi in cui il brano inizia con la sola batteria. In Song for the Dead dei Queens of the Stone Age, ad esempio, si può trovare un’eccezionale intro di batteria, che parte però su un riff di chitarra ossessivo, che ha già definito in parte l’atmosfera del brano. La batteria entra con frasi staccate che si fanno sempre più concitate fino a diventare il ritmo vero e proprio. Ascoltate anche il magistrale crescendo di batteria sul finale.
Ho cercato poi di escludere gli attacchi troppo brevi, che forse assomigliano più a dei “lanci” che a delle introduzioni vere e proprie. È il caso, a mio modo di vedere, di gran parte dei brani dei Police, forse con l’eccezione di No Time This Time e di Reggatta de Blanc, dove però di nuovo l’intro di batteria è eseguita su una base di chitarra. Ho dato preferenza alle intro che mostrano non solo tecnica, ma anche creatività e variazione. Quindi in questo elenco non troverete la celeberrima intro di Wipe Out dei Surfaris: un ottimo esercizio per qualsiasi batterista, ma si tratta dello stesso ritmo che proseguirà per tutto il brano.
Stesso discorso si può fare per Lust for Life di Iggy Pop, dove il ritmo e il timbro sono diventati iconici, ma rimangono uguali per tutto il brano. E ancora, la stessa cosa potremmo dire per Sunday Bloody Sunday degli U2, o per My Sharona dei Knack. Infine, l’ultimo criterio, il più fondamentale, è il gusto personale: si tratta di intro che io ritengo fantastiche, il che non significa che non ce ne siano molte altre che sono fantastiche per qualcun altro!
Alcune intro di batteria sono comunque rimaste fuori dall’elenco che segue, pur rispettando i criteri di scelta elencati sopra. Ebbene sì, tra i criteri c’è anche il limite di spazio! E allora ve ne cito una carrellata qui, così che chi è curioso o interessato possa trovare qualche spunto di ascolto. Partiamo subito con l’intro di Tommy Gun dei Clash, brano del 1978 che inizia con una semplice doppia rullata che, anche per il timbro, dà immediatamente l’idea di una mitragliata. Questo attacco è rimasto talmente nell’orecchio collettivo, che nel 1987 i R.E.M. iniziarono la famosissima It’s the End of the Wolrd as We Know It con la stessa identica figura ritmica.
In ambito metal, si possono trovare diversi brani che iniziano con velocissime e articolate rullate di batteria. Tra queste, vi segnalo l’intro di Rust in Peace… Polaris, dei Megadeth, brano del 1990 e, dello stesso anno, quella ancora più articolata e potente di Painkiller dei Judas Priest. Nel 1982, i Toto iniziano la loro Rosanna con un’intro di batteria costruita sul groove del brano, ma con qualche lieve variazione. L’intro di batteria di Peaches en Regalia di Frank Zappa (1969) è certamente un altro esempio spettacolare. Anche gli Ozric Tentacles hanno diversi brani che iniziano con la batteria, ma nella maggior parte dei casi si tratta di una breve rullata in stile reggae. In Become the Other del 1999, invece, l’intro di batteria è più articolata e creativa.
Del 1973 è l’intro di batteria di We’re an American Band dei Grand Funk Railroad, mentre del 1975 è quella di 50 Ways to Leave Your Lover di Paul Simon. Hot for Teacher dei Van Halen (1984) viene spesso citata come un interessante caso di intro di batteria, anche se in realtà l’introduzione non si discosta molto dal groove del brano. E poi ancora, troviamo interessanti intro di batteria in Do You Remember Rock’n’Roll Radio dei Ramones, in Overkill dei Motorhead e in The Queen is Dead degli Smiths. Ma passiamo a quelle che a mio avviso sono le 10 intro di batteria che definirei fantastiche.
Iniziamo dai grandi classici. Rock and Roll è un brano contenuto in Led Zeppelin IV, del 1971. L’introduzione di John Bonham ha decisamente fatto scuola ed è, a mio parere, paragonabile ai memorabili attacchi di Chuck Berry alla chitarra. Nel video, vi propongo una esecuzione dal vivo al Madison Square Garden di New York nel 1973: ascoltate con attenzione anche lo stacco di batteria sul finale!
Stesso anno, 1971. I Deep Purple registrano l’album Fireball e decidono di iniziare la prima traccia omonima con una fantastica introduzione di batteria. L’intro di Ian Paice è un condensato di energia, tecnica e creatività, con gli accenti iniziali spostati che disorientano l’orecchio prima dell’entrata degli altri strumenti. Si tratta anche di uno dei rarissimi casi in cui Paice utilizza la doppia cassa.
Cambiamo leggermente genere, parlando di un brano registrato nel 1972 per l’album Talking Book. L’album vede anche alcune partecipazioni importanti, fra cui quella di Jeff Beck, che partecipò alla registrazione in cambio della promessa di un brano che Stevie Wonder avrebbe scritto per lui e che, in effetti, qualche anno dopo Beck registrò sotto il titolo di Cause We’ve Ended as Lovers. L’intro di batteria di Superstition è tra le più studiate e ammirate da gran parte dei batteristi, ricca di groove e creatività. Il fatto che a registrare la batteria fosse lo stesso Stevie Wonder, come mostra anche il video originale, non fa che accrescere la mia ammirazione.
Ancora anni Settanta, per la precisione 1976. Take the Money and Run è inclusa nell’album Fly Like an Eagle della Steve Miller Band. L’introduzione di batteria qui è spettacolare per il groove e la sensazione di rimbalzo del ritmo, accresciuta dall’idea geniale di quei due accenti sul charleston che diventano una inconfondibile caratterizzazione dell’intro. Qui il batterista è Gary Mallaber, che in seguito avrebbe fatto carriera come session man della scena musicale di Los Angeles.
Tratto dall’album Use Your Illusion II del 1991, questo brano venne selezionato per la colonna sonora di Terminator 2, come si evince anche dagli espliciti riferimenti del video. L’intro di batteria ideata da Matt Sorum è carica ed energetica, con spostamenti di accenti che variano la figura ritmica, per il resto simile al groove del brano.
Del 2001 è invece l’album Lateralus dei Tool, dove troviamo Ticks & Leeches. Il brano inizia con un’introduzione di batteria molto tecnica e di grande resistenza fisica, anche in considerazione del fatto che una figura molto simile verrà tenuta poi praticamente per tutta la durata della canzone. Nell’intro, però, ci sono poche ma significative modifiche, con accenti marcati, ad esempio, a sottolineare l’entrata del basso. Il batterista qui è Danny Carey, che con performance come questa si è guadagnato l’attenzione internazionale, non solo da parte dei fan dei Tool.
Tratta dall’album Awake del 1994, l’introduzione di 6:00 è forse la più famosa e iconica parte di batteria creata da Mike Portnoy. In realtà, però, come ammette lo stesso Portnoy, si tratta di un’elaborazione su un pattern che era stato inventato dal tastierista dell’epoca dei Dream Theater, Kevin Moore, con quel tempo dispari e gli accenti spostati: un groove che ritroviamo infatti anche nel brano, ma l’elaborazione di Portnoy è davvero di classe. Nel video, un’esecuzione dal vivo in Giappone nel 1995.
Cambiamo decisamente genere, per parlare di un brano tra i meno famosi dei Tears for Fear, anche se non saprei proprio dire perché… Badman’s Song è tratta da The Seeds of Love del 1989, album che vede la partecipazione di diversi grandi nomi, in particolare alla batteria: tra gli altri anche Phil Collins e Simon Phillips. In questo brano la batteria è invece suonata da un altro mostro sacro, Manu Katché. Qui spesso nell’introduzione ci si concentra sul lavoro del piano, ma ascoltate con attenzione il gioiellino di batteria costruito da Manu Katché!
Potrà apparire strano trovare gli Spin Doctors in questo elenco. Ma la band funk rock di New York registra nel 1991 un album, dal titolo Pocket Full of Kryptonite, da cui viene estratto come singolo questo brano. Two Princes inizia con una vera e propria introduzione di batteria degna di tutto il rispetto, creata da Aaron Comess. Di seguito il video originale.
Per finire, vi propongo l’ascolto di un brano dei Gong, ma non quelli psichedelici capitanati da Daevid Allen, quelli invece del periodo in cui a guidare la band era il grande batterista Pierre Moerlen, con uno stile più tendente al jazz rock. Esnuria è una traccia dell’album Gazeuse! del 1976, in cui Moerlen è affiancato tra gli altri da Allan Holdsworth alla chitarra e dall’ex Magma Francis Moze al basso, al gong e al piano. L’introduzione di Esnuria è ricca di tecnica e creatività, con un groove valorizzato dall’incastro delle percussioni sul pattern della batteria.
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