Il caffè è una delle bevande più consumate al mondo e, negli ultimi anni, diversi studi scientifici hanno dimostrato che un consumo moderato può apportare benefici significativi alla salute. Tra questi, la riduzione del rischio di sviluppare malattie cardiometaboliche come il diabete di tipo 2, le cardiopatie coronariche e l’ictus.
Ma non è solo una questione di prevenzione individuale: recenti ricerche evidenziano come il consumo regolare di caffè possa ridurre anche il rischio di multimorbilità cardiometabolica, ossia la coesistenza di almeno due di queste patologie.
La multimorbilità cardiometabolica (CM) è una condizione che descrive la presenza simultanea di più malattie cardiometaboliche in un individuo. Queste patologie includono il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari, l’ipertensione e l’ictus. Il rischio di sviluppare CM aumenta con l’età, e ciò rappresenta una sfida crescente per la salute pubblica, soprattutto in una società che vede un progressivo invecchiamento della popolazione.
Avere più di una di queste malattie contemporaneamente non solo rende il trattamento più complesso, ma aumenta significativamente il rischio di mortalità e di riduzione della qualità della vita. Per questo motivo, la prevenzione della multimorbilità cardiometabolica è diventata una priorità sia per i ricercatori che per i professionisti della salute. Ed è proprio in questo contesto che il consumo moderato di caffè ha suscitato grande interesse.
Uno studio recente pubblicato nel Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism ha esplorato l’effetto del caffè e della caffeina sulla prevenzione delle malattie cardiometaboliche e, in particolare, della multimorbilità cardiometabolica. Il team di ricercatori ha analizzato i dati di oltre 500.000 partecipanti alla biobanca britannica, un ampio studio che raccoglie informazioni su dieta, salute e genetica.
I risultati hanno rivelato che il consumo regolare di caffè, specialmente a livelli moderati (circa tre tazze al giorno), è associato a una riduzione significativa del rischio di sviluppare malattie cardiometaboliche. Rispetto ai non consumatori o a chi assumeva meno di 100 mg di caffeina al giorno, i consumatori di caffè hanno mostrato un rischio ridotto del 48,1% di sviluppare multimorbilità cardiometabolica.
Questo studio rappresenta una delle più robuste prove scientifiche a sostegno del fatto che il caffè, se consumato con moderazione, può agire come un alleato potente nella prevenzione di malattie complesse come il diabete e le patologie cardiache. Inoltre, l’assunzione di caffè è risultata inversamente correlata a quasi tutte le fasi di sviluppo della multimorbilità, suggerendo che bere caffè non solo riduce il rischio di sviluppare una singola malattia cardiometabolica, ma può anche rallentare o prevenire la progressione verso forme più gravi di multimorbilità.
Ma come può una bevanda comune come il caffè avere un impatto così positivo sulla salute cardiometabolica? La risposta risiede nei suoi componenti bioattivi, in particolare nella caffeina, ma anche in altri composti come polifenoli, antiossidanti e diterpeni.
La caffeina, una delle sostanze psicoattive più consumate al mondo, ha un effetto stimolante sul sistema nervoso centrale e può migliorare temporaneamente la vigilanza e la concentrazione. Tuttavia, gli effetti benefici del caffè sulla salute cardiometabolica non sono solo legati alla caffeina. I polifenoli presenti nel caffè, ad esempio, hanno potenti proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, che possono contribuire a ridurre l’infiammazione cronica, una delle principali cause di malattie cardiovascolari e diabete.
Inoltre, è stato dimostrato che il caffè migliora la sensibilità all’insulina, l’ormone responsabile di regolare i livelli di zucchero nel sangue. Migliorare la sensibilità all’insulina è fondamentale per prevenire il diabete di tipo 2, una delle patologie cardine della multimorbilità cardiometabolica. Infine, il caffè può aiutare a ridurre la rigidità arteriosa e migliorare la funzione endoteliale, contribuendo così a proteggere le arterie e il cuore dalle malattie.
Una delle domande più comuni riguardo al caffè è: quanto è troppo? Sebbene lo studio suggerisca che tre tazze di caffè al giorno siano la quantità ideale per ridurre il rischio di multimorbilità cardiometabolica, la risposta può variare da persona a persona.
In generale, consumare fino a 400 mg di caffeina al giorno è considerato sicuro per la maggior parte degli adulti. Questo equivale a circa quattro tazze di caffè. Tuttavia, è importante ricordare che la tolleranza alla caffeina può variare in base a fattori genetici e fisiologici. Alcune persone possono essere più sensibili agli effetti della caffeina e sperimentare sintomi come ansia, insonnia o battito cardiaco accelerato anche con piccole quantità.
Per chi non è amante del caffè, esistono altre fonti di caffeina che possono offrire benefici simili, come il tè, soprattutto il tè verde, che contiene anche catechine, composti noti per i loro effetti benefici sulla salute cardiometabolica. Tuttavia, il caffè, con la sua particolare combinazione di composti bioattivi, sembra offrire vantaggi unici, come dimostrato dallo studio.
Uno degli aspetti più interessanti dello studio è il legame tra il consumo di caffè e la riduzione del rischio di ictus e diabete di tipo 2. Queste due condizioni rappresentano una delle principali cause di disabilità e mortalità in tutto il mondo, e prevenire la loro insorgenza è un obiettivo chiave della salute pubblica.
Nel caso dell’ictus, il consumo di caffeina sembra avere un effetto protettivo grazie alla sua capacità di migliorare la circolazione sanguigna e ridurre la pressione arteriosa. Sebbene siano necessari ulteriori studi per comprendere appieno i meccanismi coinvolti, i dati suggeriscono che la caffeina potrebbe migliorare la funzione vascolare e ridurre il rischio di formazione di coaguli di sangue, una delle principali cause di ictus ischemico.
Per quanto riguarda il diabete, l’effetto protettivo del caffè è probabilmente legato alla sua capacità di migliorare la sensibilità all’insulina e ridurre la resistenza a questo ormone. Gli individui con resistenza all’insulina hanno maggiori probabilità di sviluppare diabete di tipo 2, ma il caffè sembra contrastare questo processo grazie ai suoi antiossidanti e altri composti benefici.
Se desideri sfruttare i benefici del caffè per la salute cardiometabolica, è importante farlo in modo consapevole. Ecco alcuni consigli per integrare questa bevanda nella tua routine quotidiana senza esagerare.
Innanzitutto, cerca di consumare caffè non zuccherato o con poco zucchero, poiché un’eccessiva assunzione di zuccheri aggiunti può annullare i benefici per la salute. Se ti piace il caffè con il latte, opta per alternative a basso contenuto di grassi o vegetali come il latte di mandorla o soia.
Evita di bere caffè troppo tardi durante la giornata, poiché la caffeina può interferire con il sonno, soprattutto nelle persone sensibili. Cerca di limitare l’assunzione di caffeina nelle ore serali per assicurarti di riposare bene.
Infine, ricorda che il caffè dovrebbe essere parte di uno stile di vita sano e bilanciato, che include una dieta equilibrata e l’attività fisica regolare. Bere tre tazze di caffè al giorno può fare bene, ma non può compensare una dieta ricca di cibi grassi o uno stile di vita sedentario.