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6 integratori a base di erbe associati a rischi per il fegato, quali sono

Negli ultimi anni, l’uso di integratori erboristici ha visto una crescita esponenziale, alimentato dalla crescente popolarità dei rimedi naturali e dalla diffusione di informazioni attraverso i social media, in particolare TikTok. Tuttavia, nonostante le erbe vengano utilizzate da secoli a scopo medicinale, il loro utilizzo non è privo di rischi.

Recenti studi hanno messo in luce come alcuni di questi integratori possano avere effetti potenzialmente dannosi per il fegato, un organo cruciale per la disintossicazione e il metabolismo nel corpo umano.

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Università del Michigan ha evidenziato come circa il 5% degli adulti statunitensi abbia assunto almeno un integratore erboristico potenzialmente epatotossico negli ultimi 30 giorni. Questa percentuale si traduce in circa 15,6 milioni di persone, un dato che solleva preoccupazioni significative, soprattutto considerando che questi prodotti non sono soggetti a revisione o approvazione preventiva da parte della FDA (Food and Drug Administration) degli Stati Uniti.

Quali sono gli integratori potenzialmente pericolosi per il fegato secondo lo studio

Tra gli integratori erboristici più discussi per i loro potenziali effetti tossici sul fegato troviamo l’ashwagandha, l’estratto di tè verde, la curcuma (o curcumina), la cimicifuga nera, la Garcinia cambogia e il riso rosso fermentato. Questi prodotti, sebbene ampiamente utilizzati per una varietà di scopi, dal miglioramento della funzione cognitiva alla perdita di peso, non sono esenti da rischi.

L’ashwagandha, ad esempio, è una pianta adattogena popolare per la sua capacità di aiutare il corpo a gestire lo stress. Tuttavia, alcuni studi hanno suggerito che, in determinate condizioni, potrebbe contribuire a danni epatici, probabilmente a causa del modo in cui il fegato metabolizza i suoi composti attivi. Allo stesso modo, l’estratto di tè verde, celebrato per i suoi antiossidanti, è stato associato a casi di epatotossicità, soprattutto quando assunto in dosi elevate.

curcuma
Quali sono gli integratori potenzialmente pericolosi per il fegato secondo lo studio (blitzquotidiano.it)

La curcuma, spesso utilizzata per le sue proprietà antinfiammatorie, è un altro integratore che può comportare rischi per il fegato. Sebbene in molti casi sia sicura, esistono report che collegano l’assunzione di curcumina in integratori a danni epatici, probabilmente a causa dell’alta concentrazione del principio attivo che si trova in queste formulazioni rispetto alla spezia naturale utilizzata in cucina.

Anche la Garcinia cambogia, nota per il suo utilizzo come aiuto per la perdita di peso, è stata associata a casi di epatotossicità. Alcuni studi suggeriscono che il suo principio attivo, l’acido idrossicitrico, possa interferire con il metabolismo epatico, causando potenzialmente infiammazione e danni cellulari.

Il riso rosso fermentato, un altro integratore erboristico popolare per la sua capacità di abbassare il colesterolo, può contenere monacolina K, una sostanza chimica simile alla lovastatina, un farmaco utilizzato per abbassare il colesterolo. Tuttavia, proprio come i farmaci, anche questa sostanza può avere effetti collaterali sul fegato, soprattutto se assunta in dosi non controllate.

I dati dello studio

Lo studio dell’Università del Michigan, pubblicato sulla rivista JAMA Network Open, ha analizzato i dati di oltre 9.500 adulti statunitensi che hanno partecipato al National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) tra il 2017 e il 2020. I partecipanti allo studio avevano un’età media di 47,5 anni e i dati raccolti includevano l’uso di farmaci da prescrizione e integratori a base di erbe.

I risultati hanno mostrato che circa il 58% dei partecipanti ha utilizzato almeno un integratore alimentare o erboristico nei 30 giorni precedenti, e che il 5% di loro aveva assunto uno dei sei integratori considerati potenzialmente epatotossici. Questi dati sono significativi perché evidenziano quanto sia diffuso l’uso di prodotti che potrebbero avere effetti dannosi sul fegato, un organo essenziale per la salute generale.

Il dottor Alisa Likhitsup, principale autore dello studio e professore associato clinico presso il Dipartimento di Medicina Interna nella Divisione di Gastroenterologia ed Epatologia all’Università del Michigan, ha spiegato che il modo esatto in cui questi integratori causano danni al fegato non è ancora del tutto chiaro. Tuttavia, è probabile che il problema risieda nel modo in cui il fegato metabolizza questi prodotti dopo che sono stati consumati.

Likhitsup ha osservato che, come epatologo praticante, ha trattato pazienti che hanno subito danni epatici a causa dell’assunzione di integratori alimentari, in alcuni casi con esiti fatali che hanno richiesto un trapianto di fegato d’urgenza. Questo studio evidenzia un aumento significativo dei casi di danno epatico indotto da integratori, passando dal 7% nel 2004-2005 al 20% nel 2013-2014, secondo i dati del Drug Induced Liver Injury Network.

La sfida della regolamentazione degli integratori

Uno degli aspetti più preoccupanti emersi dallo studio è la mancanza di regolamentazione stringente degli integratori alimentari, che spesso contengono più ingredienti con un alto rischio di essere etichettati in modo errato. Questo rende difficile per i medici e i ricercatori fornire raccomandazioni precise o condurre studi affidabili su questi prodotti.

Il dottor Rosario Ligresti, primario di gastroenterologia presso l’Hackensack University Medical Center nel New Jersey, ha sottolineato l’importanza di sensibilizzare i consumatori sui rischi potenziali legati all’assunzione di integratori erboristici. Ligresti ha spiegato che, nonostante l’assenza di regolamentazione preventiva, i consumatori spesso credono erroneamente che, poiché un prodotto è “naturale”, debba essere automaticamente sicuro. Tuttavia, molti ingredienti naturali possono essere tossici in dosi elevate o interagire negativamente con altri farmaci.

Ligresti ha raccomandato ai medici di discutere con i propri pazienti i rischi associati a questi prodotti e di chiedere se ne stanno assumendo qualcuno. È fondamentale che i pazienti capiscano che l’industria degli integratori non è regolamentata come quella farmaceutica, il che significa che la sicurezza e l’efficacia di questi prodotti non sono sempre garantite.

Per chi sta considerando l’assunzione di integratori a base di erbe, è fondamentale consultare prima il proprio medico, per discutere delle proprie esigenze e valutare i potenziali rischi. L’approccio basato sul cibo, che prevede l’inclusione di ingredienti come la curcuma o il tè verde nella dieta quotidiana piuttosto che attraverso integratori concentrati, potrebbe rappresentare un’opzione più sicura.

Monique Richard, dietista nutrizionista, ha sottolineato l’importanza di rivolgersi a professionisti qualificati prima di assumere integratori che potrebbero compromettere la salute del fegato. La disinformazione diffusa sui social media e la mancanza di regolamentazione stringente rendono ancora più importante affidarsi a fonti affidabili per prendere decisioni informate sulla propria salute.

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