ADM: non solo il regolatore dei casinò in Italia

In Italia il gioco d’azzardo è da tempo una delle attività di intrattenimento più amate, capace di attirare migliaia, milioni di persone. Le sue radici sembrano risalire ai tempi dell’Antica Roma, quando il gioco da tavolo era considerato un passatempo molto interessante tra i legionari romani.

Con la sempre crescente offerta dei casinò terrestri, ma soprattutto con l’arrivo del casinò virtuali, si è rivelata fondamentale la presenza di un organo che regolasse la legalità di ogni attività di gambling in Italia. E se pensiamo al controllo sul gioco d’azzardo nel nostro Paese non possiamo fare altro che pensare all’ADM (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) che è l’organismo di regolamentazione principale.

Per capire quali siano le sue funzionalità chiave è bene addentrarci all’interno di questo organismo, le cui regole e normative sono diverse rispetto a quelle che troviamo nei casinò online NonAAMS, regolamentati invece da altri organi internazionali. Scopriamo di più!

Il ruolo dell’ADM

Gli italiani sono da sempre affascinati dal gioco d’azzardo: è sufficiente pensare che la prima casa da gioco fu aperta a Venezia nel 1638, ma al tempo venne penalizzata dal governo. Erano in particolare Bingo e Baccarat ad affascinare i giocatori, senza però dimenticare il ruolo chiave che hanno sempre avuto le slot machine.

Vista la grande richiesta da parte dei giocatori, l’Italia è stato il primo membro dell’UE a dover regolamentare, autorizzare e legalizzare il gambling, anche online, partendo dal 2006. Come accennato poco fa l’ADM è il principale ente normativo che non solo controlla il settore di gioco, ma si occupa anche di consegnare (o ritirare) le licenze.

Dal 2012 ha personalità giuridica e autonomia regolamentare, ma anche contabile, patrimoniale, amministrativa e finanziaria. Visto poi il cambiamento radicale delle funzioni e degli organi dell’Agenzia, nel 2018 è stata cambiata la divisione funzionale al suo interno. In quell’anno sono state poste le basi che regolano proprio la mission dell’ADM, con i suoi nuovi obiettivi di controllo anche rispetto al gambling.

Non si vuole più solo considerare l’aspetto di riscossione tasse (rispetto anche ai tabacchi), ma si vuole aumentare il livello di sicurezza rispetto al gioco d’azzardo così amato dagli italiani.

Di cosa si occupa l’Agenzia

Come abbiamo detto, oltre ad occuparsi del gioco d’azzardo anche online, l’ADM deve rispondere della gestione del settore dei tabacchi lavorati. Inoltre deve gestire i servizi doganali e applicare il Codice doganale dell’Unione Europea rispetto alle misure rilevanti sul commercio internazionale.

L’agenzia controlla la conformità dei prodotti del tabacco e inoltre contrasta l’evasione fiscale attraverso l’attività di analisi dei rischi e con puntuali verifiche. Il tutto collaborando in modo diretto con enti locali e nazionali, sia per l’Unione Europea che di peso internazionale. Un’ulteriore responsabilità è di gestire i laboratori chimici per fare in modo che siano sempre garantiti rapporti di totale equilibrio tra costi e benefici.

No al gioco illegale

Nonostante le tantissime funzioni che si trova a svolgere, come detto, la principale resta una: assicurarsi che tutti gli operatori che lavorano in Italia siano disposti a prevenire e combattere attivamente il gioco illegale.

Inoltre vuole garantire sempre totale equità e la sicurezza delle operazioni di gioco, delle transazioni finanziarie e delle estrazioni legate ai giochi. Ricordiamo infatti che oggi, ogni casinò online che vuole operare in Italia dovrà ottenere la licenza ADM, che prevede di rispettare una serie di precisi requisiti. Qualora tali requisiti non venissero rispettati anche dopo aver ottenuto la licenza, l’Agenzia potrà imporre multe e annullare le licenze.

Ogni operatore, piattaforma o casinò dovrà offrire ai giocatori una soluzione di gioco appropriata, capace di tutelare e rispettare l’ambiente di gioco e renderlo sempre più sicuro. E tra un’azione e l’altra andrà anche a riscuotere le tasse di gioco, oltre a contribuire alla regolamentazione fiscale nazionale così da tutelare i consumatori.

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