Agility dog, sport per cani ispirato all’ippica

MONZA – “Chi glielo fa fare? È per la felicità del loro cane, un sentimento così evidente e contagioso a cui nessun buon padrone riesce a resistere”. Silvana Grimoldi, responsabile del centro cinofilo Monzese cui fanno capo alcuni campioni nazionali, spiega così, raccontando la soddisfazione negli animali e di riflesso nei loro padroni, il successo, cresciuto notevolmente negli ultimi anni, dell’agility dog.

Lo sport cinofilo, ispirato al percorso ippico nel quale gli animali, guidati dai loro padroni, devono compiere il breve tracciato nel minor tempo possibile e senza raccogliere penalità, negli Stati Uniti ottiene persino trasmissioni dedicate in Tv all’interno del palinsesto sportivo. La disciplina aperta a tutti i cani, nella quale si affrontano diversi ostacoli con lo scopo di evidenziare il piacere e l’agilità dell’animale nel collaborare con il conduttore.

“Si tratta di un vero sport che diverte molto i cani – ha aggiunto la Grimoldi – e poi soprattutto cementifica il rapporto con i padroni. I cani sono felici di poter trascorrere del tempo con il loro “umano”, in un modo diverso, perché più attivo e dinamico della solita passeggiata. L’agility dog non sottopone gli animali allo stress generalmente legato alle mostre o alle esposizioni. Anzi è considerato un modo per scaricarsi e giocare”.

È un errore comunque credere che l’agility dog sia una sciocchezza senza troppo impegno: “La parte più importante è una solida e fitta armonia tra il cane e il padrone. Per ottenerla è necessario che i partecipanti posseggano gli elementi di base d’educazione e obbedienza. Serve per lo meno un anno di servizio per quello che riguarda la gestione del cane che deve seguire il padrone, non tirare, ma rispondere”.

Una volta che l’animale ha interiorizzato questi atteggiamenti di base, si può passare all’agility. L’impegno richiesto non è da poco: “Chi intraprende l’agility dog frequenta almeno due allenamenti alla settimana, ogni allenamento dura circa mezzora”.

I risultati, se ci si impegna non mancano, e sono di grande soddisfazione sia per l’animale che per il suo padrone. “Non esistono razze più o meno portate, esistono solo differenze di taglia: è evidente che un molosso non può far egli stessi esercizi di un barboncino. Poi, ovvio, qualche cane riesce meglio, qualcuno peggio, ma è solo questione di carattere e talento: quello che è evidente, sempre indipendentemente dai risultati agonistici, è l’effetto di benessere e ritrovata serenità dell’animale”.

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