Siamo da poco entrati nel nuovo anno e ci ritroviamo a guardare con un occhio al futuro, pieni di speranze e preoccupazioni, e con l’altro al passato, con un po’ di nostalgia. E allora oggi voglio portarvi indietro e farvi rivivere le emozioni di trent’anni fa. E cosa c’è di meglio degli album di esordio che compiono 30 anni nel 2025 per riscoprire le atmosfere di quell’anno? Ma prima un po’ di contesto. Era il 1995. Su Videomusic imperversava ancora il video inquietante di Black Hole Sun dei Soundgarden, pubblicata qualche mese prima. Il grunge dominava la scena rock e, nonostante molti indichino il 1994 come il momento del declino del grunge, gli Alice in Chains pubblicavano il loro album omonimo, i Mudhoney uscivano con My Brother the Cow, i Babes in Toyland davano alle stampe Nemesisters… e i Pearl Jam registravano nell’album di Neil Young Mirror Ball.
Gli album dei nomi storici erano attesi con interesse, e spesso non deludevano le aspettative. Gli AC/DC pubblicavano Ballbreaker, i Red Hot Chili Peppers One Hot Minute, David Bowie usciva con 1. Outside, i Black Sabbath, orfani di Ozzy Osbourne e Geezer Butler, pubblicavano Forbidden, mentre il buon Ozzy usciva con Ozzmosis. E poi c’erano i Motorhead con Sacrifice, gli Uriah Heep con Sea of Light, i Simple Minds con un album dal titolo pieno di speranze, Good News from the Next World, i Radiohead con The Bends. I Queen pubblicavano Made in Heaven, l’ultimo commovente album con Freddy Mercury, che aveva inciso le linee vocali qualche anno prima, lasciandole in eredità alla band.
La musica elettronica cominciava a definire la propria identità, con Bjork che pubblicava Post. Nelle sale cinematografiche una grande novità era il film Strange Days di Kathryn Bigelow, con una colonna sonora di tutto rispetto, ma soprattutto con la grande interpretazione di Juliette Lewis di due brani di PJ Harvey, la quale aveva appena pubblicato il suo To Bring You My Love. E poi c’erano le novità più intriganti, come l’album King for a Day… Fool for a Lifetime dei Faith No More, o 20 Mothers di Julian Cope, o ancora i Morphine con Yes e i Blonde Redhead con La mia vita violenta.
In ambito prog, i King Crimson pubblicavano Thrak, i Jethro Tull Roots and Branches, mentre i “giovani” Anekdoten uscivano con il loro secondo album Nucleus. I Porcupine Tree pubblicavano un album sensazionale: The Sky Moves Sideways. E, sempre sul versante più psichedelico, uscivano Become the Other degli Ozric Tentacles, UFOasis degli Here and Now e ben due album degli Hawkwind: Alien 4 e White Zone. Alcuni album del 1995 rimangono indelebili nella memoria di chi li conosce, come il capolavoro dei Chieftains The Long Black Veil, con collaborazioni di Sting, Sinead O’ Connor, Rolling Stones e chi più ne ha più ne metta. Ma anche Fight for Your Mind di Ben Harper, The Rapture di Siouxsie and the Banshees, o Mellon Collie and the Infinite Sadness degli Smashing Pumpkins, o ancora il secondo album degli X-Ray Specs, Conscious Consumer.
Anche il panorama del blues era vivace: John Lee Hooker pubblicava Chill Out, Gary Moore usciva con Blues for Greeny. In TV la serie Friends era ormai affermata, ma proprio nel 1995 prende la sua storica e iconica sigla I’ll Be There for You, che i Rembrandts avevano appena pubblicato nel loro LP. In ambito pop era l’anno di The Great Escape dei Blur e di (What’s the Story) Morning Glory? degli Oasis. Ma anche di Raoul and the Kings of Spain dei Tears for Fears e di Swingin’ with Raymond dei Chumbawamba. Insomma, il 1995 era un anno pieno di musica, di buona musica, e questo lungo elenco non è che la punta dell’iceberg della montagna di album importanti usciti in quell’anno.
I mille artisti che muovevano i primi passi
Ma come vi dicevo prima, qui mi voglio concentrare soprattutto sugli album che hanno segnato l’esordio di band e artisti che hanno lasciato il segno. E poiché ce ne sono molti di più di quanti ci si aspetterebbe, vi segnalo qui alcuni dei principali album di esordio che non hanno trovato spazio nell’elenco che segue. Gli anni Novanta erano anche anni gloriosi per il metal. Non meraviglia quindi scoprire che proprio nel 1995 gli Opeth pubblicarono il loro album di esordio Orchid. Ma anche i Rammstein facevano i primi passi, pubblicando il loro primo album Herzeleid, mentre i Deftones iniziavano la loro storia con Adrenaline.
L’elettronica prendeva piede e Tricky dava alle stampe il suo primo album solista Maxinquaye. Usciva Facts and Fictions, primo album degli Asian Dub Foundation, mentre Natacha Atlas, dopo l’esperienza nei Transglobal Underground, dà il via con Diaspora alla sua carriera solista, nel tentativo di coniugare elettronica e world music, con particolare riferimento alle tradizioni arabe. Intanto il grande armonicista blues Jason Ricci esordiva con l’album omonimo, stampato in sole 500 copie e quindi già una rarità da collezionisti.
Nel 1995 venivano prodotti anche album di debutto piuttosto arditi, come The Adventures of Bumblefoot di Ron Thal, o ancora meglio come The Mirror Pool, primo album solista per Lisa Gerrard. E i Flower Kings iniziavano il loro percorso nel prog con Back in the World of Adventures. E poi muovevano i primi passi anche i Dandy Warhols, con Dandy Rule OK e i Garbage, con l’album omonimo. Ecco, ora che le vostre orecchie si sono riambientate al suono di trent’anni fa, possiamo iniziare con la selezione degli album di esordio più interessanti del 1995.
Alanis Morissette, Jagged Little Pill
Nel 1995, Alanis Morissette aveva in realtà già pubblicato due album, usciti però solo per il mercato canadese. Inoltre, Jagged Little Pill segnava un deciso cambio di direzione musicale, introducendo quello che poi sarebbe diventato un marchio di fabbrica immediatamente riconoscibile della cantante canadese. Mi perdonerete quindi se lo considero un album di esordio, nonostante a rigore non lo sarebbe… ma che album, aggiungerei! Fresco, nuovo e con una serie di grandi brani che ancora oggi affollano le programmazioni radiofoniche e le playlist di molti di noi. Tanto per fare un esempio, eccovi il video di Ironic, uno dei tanti brani iconici che compongono questo album di trent’anni fa.
Skunk Anansie, Paranoid & Sunburnt
Altro album di esordio, questa volta per davvero, del 1995, Paranoid & Sunburnt fece molto rumore all’epoca, anche grazie alla partecipazione degli Skunk Anansie nel film Strange Days. Anche in questo caso, un album da cui sono stati estratti diversi singoli di grande successo per la band britannica capitanata da Skin. Qui vi propongo il video di Selling Jesus.
Mad Season, Above
Alla faccia di considerava il grunge morto già nel 1994, ecco che arriva un album di esordio di tutto rispetto. In realtà si tratta anche dell’unico album inciso dai Mad Season, una sorta di supergruppo composto da membri degli Alice in Chains, dei Pearl Jam e degli Screaming Trees. E di nuovo, si tratta di un album davvero ricco di grandissime tracce, molte delle quali sono rimaste nella memoria e nelle orecchie di tutti gli amanti del grunge, come ad esempio Long Gone Day. Qui vi propongo invece la traccia di apertura Wake Up, in una esecuzione dal vivo a Seattle proprio nel 1995.
Gov’t Mule, Gov’t Mule
Nel 1995 fa il suo esordio discografico anche la band capitanata da Warren Haynes, nata come progetto parallelo rispetto agli Allman Brothers Band di cui faceva parte. I Gov’t Mule nascono come un gruppo rock blues con una forte predisposizione alle improvvisazioni. Una band dal tasso tecnico molto elevato, che spesso trasforma dal vivo i brani in lunghe cavalcate improvvisate e non disdegna la collaborazione di grandi artisti. Nel loro album di debutto, ad esempio, compare anche John Popper all’armonica. Nel video vi propongo un’epica esecuzione dal vivo di The Mule, settima traccia dell’album.
Spock’s Beard, The Light
The Light è l’album di debutto degli Spock’s Beard, anch’esso pubblicato nel 1995. La band, capitanata dai fratelli Neal Morse alle tastiere e alla voce e Alan Morse alla chitarra, si rifà al prog sinfonico, ma inserisce anche diversi elementi del progressive metal. The Light è considerato da molti il miglior lavoro degli Spock’s Beard: decisamente un esordio con i fiocchi! Go the Way You Go è la seconda traccia dell’album, e nel video è eseguita dal vivo nel 1997.
Foo Fighters, Foo Fighters
Ebbene sì, i Foo Fighters, proprio loro, la band che è diventata con gli anni un punto di riferimento fondamentale, nel 1995 muoveva i primi passi. Fondati, dopo l’esperienza con i Nirvana, dal batterista Dave Grohl, che però qui suona la chitarra e canta, i Foo Fighters pubblicarono il loro album di esordio proprio in quest’anno. Un album, ancora una volta, pieno di grandi successi, da This is a Call a I’ll Stick Around, solo per citarne alcuni. Qui vi propongo il video di Big Me.
Joan Osborne, Relish
Cambiamo completamente sonorità. Nel 1995 esce l’album di esordio della cantautrice americana Joan Osborne, Relish. Un album fatto di brani genericamente rock, con un occhio al country e al blues. Ma il brano più tendente al pop di tutto l’album è quello che lo renderà famoso, al punto di diventare un vero e proprio tormentone dell’anno. Sto parlando ovviamente di One of Us, di cui vi propongo il video ufficiale.
The Presidents of the United States of America, The Presidents of the United States of America
E questi ora chi sono? vi starete chiedendo in molti… Ma se siete voraci ascoltatori di musica sono sicuro che li avete già sentiti, anche se non ricordate il nome. L’omonimo album di esordio dei Presidents of the United States of America è un condensato di brani brevi, spesso ironici, chiaramente figli della generazione del grunge, anche se già con una direzione diversa in testa. Sono un trio di Seattle che suona strumenti “adattati”: una chitarra con due corde di basso e un basso con tre corde di chitarra… Guardatevi il video di Peaches, magari vi tornano alla mente…
Ayreon, The Final Experiment
Il progetto musicale di Arjen Lucassen, Ayreon, debuttò nel 1995 con l’incredibile album The Final Experiment. Un concept album fantascientifico e distopico in pieno stile prog. Nel 2084 l’umanità è sull’orlo della catastrofe e alcuni scienziati inventano un modo per mandare un messaggio telepatico nel passato, con l’intento di avvisare del pericolo e magari correre ai ripari prima che sia troppo tardi. Il messaggio raggiunge un menestrello della corte di Re Artù, e da qui parte un viaggio musicale che farà storia nei decenni a venire. Nel video, un’esecuzione dal vivo di Merlin’s Will, tratta dal dvd ufficiale del concerto in Olanda nel 2017.
The Chemical Brothers, Exit Planet Dust
I suoni degli anni Novanta, l’abbiamo detto, sono stati anche dominati dall’elettronica, che cercava in quegli anni la propria strada, per affrancarsi dal pop e ritagliarsi una propria identità musicale. Nel 1995 esce Exit Planet Dust, album di esordio del duo britannico The Chemical Brothers. Da quest’album partirà un percorso che li porterà ad essere una delle potenze musicali mondiali più importanti. Il secondo singolo estratto dall’album è Life is Sweet, di cui vi propongo il video ufficiale.
Clicca qui per leggere gli altri articoli della rubrica musicale di Blitzquotidiano!