Amore non corrisposto, cosa fare? Risponde l’esperto

Da secoli il dolore provocato dall’amore non corrisposto è stato uno dei temi maggiormente trattati; da Saffo a Petrarca, da d’Annunzio a Neruda, fino ad arrivare a Sandro Penna e Alda Merini, questo problema è da sempre fonte d’ispirazione letteraria. Considerato da alcuni come una condizione inevitabile o una delle così dette “prove del destino”, l’amore non corrisposto costituisce una delle forme più traumatiche di rifiuto.

Non sempre quella persona che ami non farà parte della tua vita, ci sono situazioni nelle quali l’amore si è spento solo per uno dei due partner. In questo caso o la relazione finisce o si continua a vivere insieme per interessi comuni, per la presenza dei figli o per comodità. In queste situazioni c’è chi, pur avendo compreso che il partner ha smesso di amare, continua comunque ad impegnarsi nella speranza di riaccendere la passione.

Può sembrare paradossale che, nella nostra epoca, siano ancora tante le persone disposte a seguire un percorso così tortuoso che, alla lunga, può rivelarsi decisamente devastante e distruttivo. Infatti, nonostante pazienza, sopportazione e gratuità, un individuo che ama senza essere ricambiato, arriva a un punto di non ritorno, quando cioè si rende conto che un simile sentimento non ha motivo di esistere.

Chi sceglie di percorre questa strada, prima o dopo, arriva al capolinea e finisce per non stare bene con sé stesso. Un simile logoramento psico-emotivo porta inevitabilmente all’insorgenza di una labilità emotiva, responsabile anche di disturbi psico-somatici. È proprio dall’impossibilità di sopportare a lungo una condizione di non corrispondenza amorosa che scaturisce il desiderio (quasi la necessità) di risolvere il problema.

Se questo tipo di amore o attaccamento implica la perdita di sé stessi, bisogna imprimere una svolta decisiva alla propria vita , ponendosi due domande:

• qual è il vero motivo per cui si continua ad amare a senso unico?

• qual è la considerazione che si ha del proprio “io”?

Amore non corrisposto: una forma atavica di rifiuto

Sentirsi rifiutati è una delle condizioni più dolorose che una persona di qualsiasi età è in grado di sopportare, dato che ogni personalità è fondata principalmente sull’autostima e sull’approvazione degli altri. Esistono due tipi di rifiuto: quello esterno (che dipende dal comportamento degli altri) e quello interno (che deriva da un profondo disagio intimo). Il secondo di solito si sviluppa dal primo.

L’amore non corrisposto rappresenta la forma più atavica del rifiuto esterno, associato a tormento, sofferenza, inadeguatezza e vuoto interiore. Il dolore emotivo innescato dal rifiuto amoroso è inoltre un potente fattore destabilizzante sul senso di appartenenza, che può produrre rabbia, aggressività, sensi di colpa ed esplosione dell’irrazionalità.

In tali situazioni l’istinto tende a prevaricare la ragione e l’intera esistenza del soggetto subisce modificazioni negative. L’amore non corrisposto in età adulta può risvegliare percezioni emotive che risalgono all’infanzia e al rapporto con i genitori, collegandosi al mancato superamento del Complesso d’Edipo.

Di conseguenza è piuttosto frequente che insorgano difficoltà nella gestione dei rapporti interpersonali, soprattutto per quanto riguarda i distacchi e gli allontanamenti emotivi. Esiste quindi una stretta correlazione tra amore non ricambiato e rifiuto, in quanto in entrambe le situazioni i sentimenti vanno a scontrarsi contro un muro di incomprensione. Mentre il bambino non ha la capacità di elaborare una simile mancanza, l’adulto invece possiede i mezzi per analizzare e affrontare in maniera produttiva ed efficace la non corresponsione amorosa.

Per superare i conflitti psico-emotivi che stanno alla base di un amore a senso unico bisogna tuttavia affrontare un percorso di analisi del proprio “io”, che può essere vissuta anche con un aiuto esterno. Vivere un sentimento amoroso non ricambiato implica che dall’altra parte ci sia un vuoto, un’assenza, dato che l’altro non ricambia e dunque non avvalora il sentimento, rendendolo quasi privo di significato.

Le conseguenze comprendono: diminuzione di autostima, deprivazione affettiva, tendenza all’isolamento e una generale perdita di fiducia. A volte ci si ritrova a vivere un amore non corrisposto poiché si è alla ricerca di colmare un vuoto affettivo che risale all’infanzia, una condizione definita dagli psicologi come: credito affettivo non riscosso.

Se la causa del vissuto è proprio una mancanza d’affetto, di solito la persona mostra la tendenza di scegliere persone inadeguate, contribuendo così a rafforzare la sensazione di rifiuto.

Amore non corrisposto: cosa fare?

Il principale presupposto per affrontare un amore non corrisposto è quello di prendere atto della situazione, un fatto più complesso di quello che si crede. La reazione più frequente è quella di sentirsi una persona sbagliata e colpevole, che non merita affetto né tanto meno amore. Il vero pericolo è che l’amore non corrisposto diventi lentamente una sorta di ossessione, un attaccamento morboso a qualcosa che non esiste se non nella mente di chi lo sta vivendo.

Spesso infatti succede che chi si sente rifiutato dal partner incominci a insistere imponendo con determinazione i propri sentimenti, che puntualmente vengono disattesi. Questo accade soprattutto a soggetti la cui famiglia d’origine è stata di tipo anaffettivo e che pertanto sono rimasti condizionati negativamente nella loro personalità.

I punti cardine su cui fondare un percorso di superamento di un amore non corrisposto sono i seguenti:

1. Accettare il rifiuto, che spesso è la condizione più difficile da gestire, perché ricca di numerose implicazioni di vario genere, le cui radici generalmente risalgono all’infanzia e presuppongono sentimenti spesso rimossi. Senza l’accettazione del rifiuto, tuttavia, è impossibile superare il trauma di un amore non ricambiato;

2. Migliorare l’autostima, che costituisce il fondamento positivo di qualsiasi personalità. Bisogna riportare l’attenzione su sé stessi, sulle esigenze, sui desideri e sugli obiettivi da raggiungere. Soltanto concentrandosi sulle proprie qualità e riacquistando sicurezza in sé stessi diventa possibile creare rapporti validi con gli altri, e in particolare con un partner amoroso;

3. Riconoscere l’amore vero, che non deve essere collegato al dolore perché “l’amore non è sofferenza”. Per amare un’altra persona è indispensabile amare prima sé stessi, prendendo in seria considerazione le cose che rendono felici;

4. Evitare il masochismo, che è una componente caratteriale piuttosto diffusa soprattutto tra gli innamorati infelici, che si sentono quasi sempre vittime del destino. Per uscire da una simile condizione (che non corrisponde quasi mai alla realtà) è consigliabile eliminare quell’autocompiacimento auto-giustificativo che solitamente è presente nelle relazioni a senso unico;

5. Non intestardirsi in una relazione sbagliata, dato che il tempo non è in grado di far nascere sentimenti inesistenti e il perdurare di un rapporto unilaterale non può che rivelarsi dannoso e controproducente, anche perché impedisce nuove conoscenze;

6. Non rinchiudersi in sé stessi, poiché l’isolamento, che rappresenta uno dei comportamenti più comuni tra chi si sente rifiutato in amore, rafforza il senso di inadeguatezza e la bassa autostima. Evitando qualsiasi contatto con altre persone, il soggetto infatti si convince sempre più di non essere capace di gestire un rapporto sentimentale;

7. Non assumere atteggiamenti forzati, che potrebbero alterare la personalità, sfalsandola. Tutte le volte in cui non si vive secondo la propria naturale personalità, le conseguenze possono rivelarsi deleterie, in quanto il modo di rapportarsi con gli altri risulta artefatto, con esiti particolarmente svantaggiosi in ambito amoroso;

8. Evitare contatti con la persona amata, dato che una frequentazione si rivelerebbe comunque negativa sia perché mantiene viva la sofferenza, sia in quanto contribuisce ad azzerare l’autostima. Soltanto voltando pagina è infatti possibile riacquistare fiducia in sé stessi e nelle proprie potenzialità psico-emotive;

9. Convincersi di non interessare all’altra persona, che è senza dubbio un notevole sforzo mentale poiché implica un impatto sentimentale destabilizzante. Non importa se il partner lo dice espressamente oppure se mostra rammarico e gentilezza, probabilmente lo fa soltanto per limitare i danni, ma questo non cambia la situazione. Accettare la realtà è inoltre un segnale di onestà con se stessi;

10. Preventivare un periodo di sconforto, che non deve destare preoccupazione dato che è causato da fatti oggettivi derivanti dal rifiuto. Non è mai produttivo soffocare il dolore e tutte le percezioni ad esso connesse, provocate dal rifiuto amoroso. Vivere il più serenamente possibile una fase di sofferenza consente di accelerare i tempi di “guarigione”, migliorando anche il tono dell’umore;

11. Sfruttare l’esperienza vissuta, che è una condizione non sempre accettata con facilità, in quanto si riferisce a un episodio doloroso, tuttavia fare tesoro di quello che si è appreso da una situazione di sofferenza, può rivelarsi il mezzo migliore per crescere come persona;

12. Riflettere lucidamente, sulle dinamiche psichiche che hanno portato allo sviluppo di un rapporto amoroso unilaterale. Tutto questo può aiutare a scoprire qualcosa di più sulla propria sfera emozionale e sugli obiettivi da raggiungere nella vita. Ogni situazione, anche la più negativa, può infatti offrire vantaggi apparentemente nascosti;

13. Evitare qualsiasi forma di idealizzazione, che costituisce una delle principali difficoltà nell’accettare un amore unilaterale. È risaputo che ci si innamora spesso di persone che vengono idealizzate a livello mentale, ma che nella realtà non rispondono alle aspettative. Le emozioni di solito attribuiscono al destinatario dei sentimenti ed un’immagine perfetta e irreale;

14. Accettare l’ipotesi di un partner rifiutante, evidenziando il più possibile i suoi lati sgradevoli per giustificare l’impossibilità di un rapporto amoroso. A questo scopo, può essere molto utile confrontarsi con amici e conoscenti, analizzando insieme le caratteristiche comportamentali della persona in questione;

15. Evitare i rapporti di amicizia, che nei casi in cui non è possibile sviluppare una relazione sentimentale, potrebbero rappresentare l’unico modo per mantenere comunque i contatti con il partner mancato. Non è mai consigliabile mantenere un legame anche se di amicizia poiché le difficoltà di gestione di emozioni del genere sono comunque enormi; 1

6. Non alimentare la speranza, dato che questo sentimento impedisce di voltare pagina lasciando sempre aperta una strada per riallacciare i contatti con chi non è realmente intenzionato ad amare. In questo senso è necessario far emergere consapevolezza, lucidità e razionalità, per analizzare oggettivamente la situazione;

17. Non dimenticare il dolore, poiché secondo la maggior parte degli psicoterapeuti, la rimozione della sofferenza non rappresenta mai una valida soluzione per superare le conflittualità, soprattutto quelle amorose. Per risolvere in maniera definitiva ed efficace il trauma di un amore non corrisposto, bisogna quindi accettare il dolore che ne deriva, cercando di elaborarlo in maniera adeguata.

Come uscire da un amore non corrisposto

Anche se è un percorso piuttosto difficile e impegnativo, è comunque possibile superare il trauma di un amore non corrisposto. Chi crede di non poter essere amato oppure di non essere degno di un simile sentimento, è in realtà chi ne ha più bisogno, dato che chi viene rifiutato da un partner di solito si sente rifiutato da tutti, e soprattutto da se stesso.

Bisogna innanzitutto riconsiderare il ruolo del rifiuto, che costituisce una condizione comune e frequente nell’esistenza di chiunque, ridimensionando il suo impatto sulla sfera psico-emotiva.

Dimenticare una persona speciale non significa rimuoverlo, bensì accettare una situazione sicuramente sgradevole ma non per forza dannosa. Solo elaborando la sofferenza è infatti possibile voltare pagina, sviluppando la consapevolezza che un rifiuto amoroso non impedisce di riprendersi in mano la propria vita, nella prospettiva di un rapporto migliore e più gratificante.

È necessario inoltre prendere in considerazione il valore del fallimento, poiché dietro alla fine di ogni rapporto si nasconde una lezione di vita: fallire non significa finire, ma riprovare con una nuova consapevolezza.

Essere sé stessi provando a capire cosa si sta realmente cercando, eliminando dalla propria esistenza illusioni e false speranze, rappresenta il metodo migliore per superare il trauma dell’abbandono. Anche se la tentazione più forte è quella di mantenere un controllo sulla persona che si ama è indispensabile interrompere qualsiasi tipo di collegamento, soprattutto sui social, cancellandolo del tutto dalla propria vita.

Se un percorso del genere risulta superiore alle proprie forze, diventa consigliabile rivolgersi a un professionista in grado di offrire un aiuto terapeutico. Velocizzare le tempistiche ed elaborare correttamente la sofferenza, sono i mezzi più efficaci per affrontare le conseguenze di un rapporto amoroso unilaterale e per prendersi cura di sé stessi.

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