Mentre diverse aziende, tra cui Meta e Amazon, hanno deciso di cancellare le proprie iniziative sull’inclusività, Apple sta andando nella direzione opposta. La casa di Cupertino, infatti, nonostante la proposta degli azionisti più conservatori di eliminare le politiche di inclusione, ha deciso al contrario di preservarle, cercando di mantenere una cultura e un’ambiente all’interno dei quali si rispettano i diritti di tutti.
I programmi DEI (Diversity, equity and inclusion) rappresentano iniziative aziendali concepite allo scopo di creare ambienti di lavoro più inclusivi, senza alcuna discriminazione di genere, di etnia, culturale o riguardante l’orientamento sessuale. Questi programmi sono stati introdotti in seguito alle proteste del Black Lives Matter del 2020 e ora, con un diverso clima politico originato dalla recente elezione di Donald Trump, i principi alla base di queste iniziative sono inevitabilmente finiti al centro di un dibattito nazionale.
Sono diverse, infatti, le aziende che hanno deciso di eliminare dalle proprie politiche questo tipo di programma: Amazon, Meta, Walmart e McDonald’s, per esempio, hanno già dichiarato di aver abolito il programma di inclusione e diversità.
Sfruttando l’onda lunga di questa tendenza, il National Center for Public Policy Research, un think tank conservatore, ha proposto l’abolizione di queste iniziative perché “potrebbero indebolire l’azienda e renderla vulnerabile a possibili cause legali”. In sostanza, dunque, si discute anche delle motivazioni legali ed economiche che si celano dietro la proposta di cancellazione.
Nello specifico, si fa riferimento alla sentenza del 2023 della Corte Suprema che ha dichiarato incostituzionali i programmi volti a evitare discriminazioni nelle ammissioni ai college universitari. In questa sentenza si parla della violazione di una clausola del 14esimo emendamento della Costituzione, la quale prevede che tutti i cittadini siano trattati allo stesso modo davanti alla legge. Attualmente, infatti, esistono diverse cause legali ancora in corso sulla questione, e la maggior parte di queste riferiscono presunti favoritismi verso alcuni studenti appartenenti a minoranze.
Con la vittoria di Donald Trump alle elezioni, questa delicata questione è destinata ad infiammarsi ulteriormente. Il vicepresidente J. D. Vance, inoltre, ha già presentato al Congresso un disegno di legge, il “Dismantle Dei”, che comunque interesserebbe solo le istituzioni federali e chi riceve fondi pubblici.
Il Consiglio di amministrazione di Apple, di cui fa parte Tim Cook, ha però raccomandato agli azionisti di votare contro la proposta di porre fine ai programmi di diversità. In definitiva, si tratta di una mossa in controtendenza da parte di Apple. Tramite una nota del proprio Consiglio di amministrazione, l’azienda dichiara: “La proposta vuole, in modo inappropriato, limitare la capacità di Apple di gestire le proprie operazioni aziendali ordinarie, le persone, i team e le strategie”. La proposta verrà sottoposta al voto degli azionisti durante l’assemblea generale di Apple il 25 febbraio.