Se volete rimettervi in forma spendendo meno per ricevere una consulenza da un nutrizionista potete sfruttare questa opportunità.
Chi ha bisogno di rivolgersi a un professionista della nutrizione perché ha bisogno di dimagrire o più semplicemente di imparare ad alimentarsi in modo sano e correggere le proprie errate abitudini alimentari, ma anche chi vuole smettere di fumare o ha bisogno di un aiuto psicologico può sfruttare l’occasione e spendere meno per le prestazioni ricevute.
D’altronde sono sempre di più le persone che non sanno come mangiare o mangiano male, riempiendo il piatto di junk food e cibi con scarso valore nutrizionale, esagerando con i dolci, con gli alcolici o con il fumo. Per non parlare delle persone, soprattutto giovani man non solo, che hanno bisogno di un sostegno psicologico perché hanno visto aumentare il proprio disagio. Per tutti c’è ora la possibilità di pagare meno. Vediamo i dettagli.
Come sfruttare il bonus nutrizionista
Volete rivolgervi a un nutrizionista per tornare in forma ma vi frena il costo della parcella? Sappiate che potete sfruttare un’opportunità molto interessante per rimettervi in forma risparmiando qualche euro. Perché anche le prestazioni dei biologi nutrizionisti rientrano tra le spese sanitarie per le quali è previsto uno sconto.
È stato definito per facilità di comprensione bonus nutrizionista ma in realtà non si tratta né di un voucher e né di una erogazione di soldi contanti. È una detrazione IRPEF delle spese sostenute per le visite dal nutrizionista, dai biologi, dal fisioterapista e dal dietista. Sono comprese anche le visite dagli psicologi e dagli psicoterapeuti per finalità terapeutiche e quelle in ambulatori specialistici per smettere di fumare.
Per ottenere la detrazione bisogna soddisfare determinati requisiti, per cui affinché le spese siano effettivamente detraibili dall’IRPEF in sede di dichiarazione dei redditi debbono essere state rese direttamente alla persona. Non è necessaria la prescrizione medica ma bisogna avere la prova del pagamento della prestazione.
Quindi occorre fornire all’Agenzia delle entrate la ricevuta del ticket, se la prestazione è stata resa nell’ambito del SSN. Oppure la ricevuta fiscale o la fattura rilasciata dallo specialista accreditato al SSN. Oppure la ricevuta del versamento bancario o postale o del pagamento effettuato tramite carta di debito o credito, nella quale sia indicata la figura professionale che ha reso la prestazione e i dettagli della prestazione sanitaria resa.
In particolare, la detrazione da appuntare nella dichiarazione dei redditi ammonta al 19% della spesa, con una franchigia di 129,11 euro. Il dato va riportato nel 730, quadro E, sezione I, rigo E1 colonna 2, ovvero quella dedicata alle spese mediche. Per altri bonus e agevolazioni qui trovate le novità.