L’influenza australiana, una variante influenzale stagionale isolata inizialmente in Australia, è stata registrata anche in Italia, con i primi casi identificati in Lombardia, Piemonte e Lazio. A Genova, un uomo è stato ricoverato presso il Policlinico San Martino. Questo virus sta destando preoccupazione per la sua aggressività, già riscontrata nell’emisfero sud. In Australia, infatti, ha causato l’epidemia influenzale più grave degli ultimi dieci anni, con un elevato numero di ricoveri in terapia intensiva.
Cos’è l’influenza australiana e perché preoccupa?
L’influenza australiana è causata dal virus H3N2, una variante particolarmente virulenta. Oltre ai classici sintomi influenzali, H3N2 ha dimostrato un’alta capacità di provocare complicanze gravi, soprattutto nei soggetti vulnerabili come bambini, anziani e persone con patologie croniche. Ciò che rende questa influenza particolarmente preoccupante è il rischio di effetti sul sistema nervoso centrale: in alcuni pazienti, infatti, sono stati segnalati sintomi neurologici come mal di testa intenso, confusione, deliri e, nei casi più gravi, encefaliti e convulsioni. Questo la rende una minaccia non solo per la salute respiratoria, ma anche per il sistema nervoso.
Sintomi principali
I sintomi dell’influenza australiana sono simili a quelli delle influenze stagionali, con febbre alta (oltre 38°C), brividi, dolori muscolari e articolari, stanchezza e sonnolenza, oltre ai consueti sintomi respiratori come congestione nasale, tosse secca e mal di gola. In alcuni casi, si manifestano disturbi gastrointestinali come nausea, vomito e diarrea. La durata media dell’infezione è di 5-7 giorni, anche se nei soggetti più deboli, come bambini e anziani, la guarigione può richiedere più tempo e i sintomi possono essere più intensi.
Cure e trattamenti consigliati
Il trattamento dell’influenza australiana si basa principalmente sul riposo e sulla reidratazione, per prevenire la disidratazione e supportare il recupero. I farmaci antinfiammatori, come ibuprofene o ketoprofene, possono essere usati con moderazione per alleviare dolori e sintomi influenzali, mentre il paracetamolo è utile per tenere sotto controllo la febbre. Gli antivirali devono essere assunti solo sotto supervisione medica, mentre gli antibiotici sono inefficaci contro i virus influenzali e quindi sconsigliati.
Prevenzione: il vaccino come difesa principale
Il vaccino antinfluenzale è la migliore arma di prevenzione contro l’influenza australiana. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) hanno approvato otto vaccini che proteggono dai ceppi influenzali stagionali, aggiornati secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. In Italia, la vaccinazione è consigliata e gratuita per i gruppi a rischio, tra cui le persone con più di 60 anni, le donne in gravidanza, i bambini dai 6 mesi ai 6 anni, chi è affetto da malattie croniche, le persone ricoverate in lungodegenza, i familiari di soggetti ad alto rischio e il personale sanitario e di sicurezza pubblica. In molte regioni sono già state avviate le campagne di vaccinazione, per contenere l’impatto di questa nuova influenza.