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Barcellona, New York: corsie separate per turisti e residenti. Chi ha disegnato l’apartheid della passeggiata?

di giannattasio |10 Giugno 2010 16:33

La prossima volta che passeggerete tranquilli per le Ramblas di Barcellona fateci caso. La prossima volta che vi fermerete con andatura da vacanzieri per i negozi della Quinta Strada di New York date un’occhiata a terra. Potreste non essere sulla corsia giusta. Non siamo in autostrada, è vero, ma le corsie in queste due città così amate dai turisti di tutto il mondo sono comparse davvero.

La ragione è semplice: ai residenti non fa piacere il passo lento e rilassato del turista tranquillo intento solo a godersi le sudate ferie, gli abitanti che in quella città ci vivono ogni giorno hanno bisogno di correre.

La novità, dunque, è proprio lì, nero su bianco, anzi, bianco sul nero dell’asfalto. Una scritta chiara a tutti i “ghiris” (come gli spagnoli chiamano simpaticamente i turisti): “turistas” da un lato, “barceloneses” dall’altro. Turisti da una parte, residenti dall’altra.

L’ospite, si sa, è come il pesce, dopo tre giorni se non  proprio “puzza”, in questo caso ingombra Ecco allora, che nella culla della Sagrada Familia, per le affollate vie del Barrio Gotico, qualcuno l’altra notte ha deciso di fare ordine, tracciando le nuove corsie riservate ad autoctoni e ospiti. Stessa regola nella newyorkese Manhattan.

Il Comune di Barcellona fa sapere fin da subito di non essere responsabile dell’insolita segnaletica, non è chiaro chi abbia preso l’iniziativa a New York. Ma per la presidentessa dell’Associazione di quartiere del Centro Storico di Barcellona, Maria Mas, non ci sarebbe nulla di discriminatorio. “Può servire almeno a farci riflettere, ha detto al quotidiano La Vanguardia, in zona non ne possiamo davvero più”.

Il turismo, infatti, è uno dei fiori all’occhiello del capoluogo catalano, come racconta il responsabile dell’ente turismo di Barcellona, Joan Gaspart, secondo il quale nel bilancio di fine anno si prevedono il 12 o il 15% di visitatori in più rispetto al 2009.Un dato, importante, in particolare in periodo di crisi e di austerity.

Le Ramblas, nella loro corsia centrale, sono affollate da stranieri, ambulanti, statue viventi, uno spettacolo per il turista e a quanto pare una fastidiosa tradizione per alcuni dei frettolosi abitanti.

Molti di loro si sono schierati con i “ghiris” e hanno criticato le scritte, altri ancora, in un impeto di catalano fanatismo hanno chiesto che le nuove indicazioni fossero scritte nella lingua locale, il catalano appunto, e non nello spagnolo comune parlato in tutta la nazione, il castigliano.

Intanto, Bernat Joan, segretario per la politica linguistica della Generalitat, il governo catalano, ed esponente del partito indipendentista Esquerra Republicana de Catalunya si affretta a chiarire che “I turisti sono più che benvenuti a Barcellona e non rappresentano certo un problema”. Lui stesso ha detto di abitare a Ibiza e di lavorare a Barcellona. Potrebbe dover stare attento anche lui a dove mette i piedi.

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