Benzina più cara, gli italiani si adeguano e usano autobus e biciclette

L’automobile continua ad essere nel cuore e nelle abitudini degli italiani, che però per risparmiare stanno imparando a farne a meno prediligendo mezzi pubblici, due ruote e anche passeggiate a piedi. A pesare sulle tasche degli automobilisti è soprattutto il caro benzina. Meglio allora tratti brevi che spostamenti lunghi che richiederebbero una maggiore spesa di carburante. A rivelarlo è il Rapporto Aci-Censis sull’automobile 2010, presentato oggi a Roma.

L’auto privata, secondo lo studio, resta il mezzo di trasporto preferito per gli spostamenti brevi, con il 90,4% delle preferenze. Ma le abitudini stanno cambiando e quest’anno, più di un italiano su quattro (il 26,6% contro il 21% del 2009) ne ha ridotto l’uso, sostituendo le quattro ruote con mezzi pubblici, il cui utilizzo è aumentato dell’8,9%, motorini (+3%) e biciclette (+5%).

”La benzina – spiega l’Aci – continua ad essere percepita come la voce di spesa più cara, con un costo superiore al giusto”, ecco perché, pensando all’auto ideale, gli automobilisti sceglierebbero un diesel o una a Gpl. Ma in un momento difficile come questo, in pochi (solo il 4%) hanno intenzione di acquistare un’auto nuova nel 2011 e la gran parte degli intervistati ”chiede una nuova fase di incentivi”.

Intanto, gli automobilisti italiani sono sempre più trasgressivi al volante e indisciplinati con il telefonino (9 su 10 si distraggono al cellulare). ”La guida distratta è la prima causa di incidenti, soprattutto gravi. Guidare al cellulare è un’abitudine dura a morire che bisognerebbe sanzionare di più”, ha detto il presidente dell’Aci, Enrico Gelpi, che punta il dito contro il dilagare di ”un senso di onnipotenza al volante, soprattutto tra i più giovani”.

Tra i minori sulle microcar ”regna la scorrettezza: ci si entra in 5, si modificano per toccare almeno i 70-80 Km/h e si superano i limiti di velocità”. Mentre, gli under 35 sono i più inclini a commettere infrazioni e fanno registrare percentuali più elevate della media nella quasi totalità delle violazioni: oltre il 30% supera i limiti di velocità, il 23,5% guida senza cintura e il 23,3% parla al cellulare senza vivavoce. Il 4% (ossia il quadruplo della media) ammette di guidare in stato di ebbrezza.

”Uscire senza bere sembra ai ragazzi un’alternativa inesistente – dice lo studio – e il 4,2% degli under 30 dichiara di non limitare il consumo di alcol pur sapendo di dover guidare, contro una media totale dell’1,8% che decresce con l’avanzare degli anni”. Dal 2003, la quota dei 18-24enni coinvolti nel binge drinking (il consumo di 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione) è un dato stabile (riguarda il 22,6% dei maschi e l’8,4% delle femmine)”.

Inoltre, è “in forte crescita, tra gli adolescenti, il consumo di alcol fuori pasto, specie tra le ragazze”. Secondo l’Aci e il Censis ”i controlli per la guida in stato di ebbrezza crescono sensibilmente (circa 250mila nel 2006, 1,4 milioni nel 2008) ma rappresentano soltanto il 4% delle patenti attive”.

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