Il caffè è una delle bevande più consumate al mondo, apprezzata non solo per il suo gusto inconfondibile e l’effetto energizzante, ma anche per i suoi potenziali benefici per la salute. Negli ultimi anni, alcune ricerche hanno suggerito un possibile legame tra il consumo di caffè e il microbioma intestinale, il complesso ecosistema di batteri che vive nel nostro tratto digestivo e gioca un ruolo cruciale nella salute generale.
Un recente studio pubblicato su Nature Microbiology ha approfondito come il caffè possa influenzare la composizione del microbioma intestinale, mostrando che potrebbe promuovere la crescita di specifici batteri benefici, come il Lawsonibacter asaccharolyticus. Ma cosa significa questo per la salute? E quanto caffè è necessario per vedere questi effetti? Esaminiamo i dettagli.
Il caffè e il collegamento con il microbioma
Il microbioma intestinale è costituito da trilioni di microorganismi che contribuiscono a molteplici funzioni vitali, tra cui la digestione, la regolazione del sistema immunitario e persino il benessere mentale. Negli ultimi anni, diversi studi hanno dimostrato che ciò che mangiamo e beviamo può alterare la composizione e la diversità di questi batteri, influenzando la salute in modo significativo.
Uno studio condotto nel 2021 su oltre 1.000 persone aveva già rilevato che il consumo di caffè era associato a cambiamenti nel microbioma, in particolare a un aumento dei livelli di Lawsonibacter asaccharolyticus, un batterio di cui si conosce ancora poco, ma che sembra avere un ruolo promettente nel metabolismo dei polifenoli, composti bioattivi presenti nel caffè.
I nuovi risultati: come il caffè influenza l’intestino
I ricercatori hanno ampliato la portata di queste osservazioni, analizzando i dati dietetici e microbiologici di oltre 22.800 persone provenienti da Stati Uniti e Regno Unito, insieme a informazioni pubbliche su 54.200 individui di tutto il mondo. Hanno utilizzato avanzate tecniche di sequenziamento genetico per confrontare i campioni di feci di bevitori di caffè e non bevitori, scoprendo differenze significative nella composizione del microbioma.
Il risultato più sorprendente riguarda il Lawsonibacter asaccharolyticus, che nei bevitori di caffè era presente in quantità fino a otto volte superiori rispetto ai non bevitori. Questa correlazione era evidente in tutto il mondo, indipendentemente da fattori geografici o culturali.
I ricercatori hanno anche osservato che l’effetto del caffè sul microbioma era più evidente nei bevitori moderati, suggerendo che non è necessario un consumo eccessivo per ottenere benefici. Una quantità compresa tra 1 e 3 tazze al giorno sembrerebbe sufficiente per stimolare la crescita di questo batterio benefico.
Perché il Lawsonibacter asaccharolyticus è importante?
Sebbene il ruolo esatto di questo batterio nella salute umana sia ancora oggetto di studio, gli esperti ipotizzano che possa contribuire a metabolizzare i polifenoli del caffè, come l’acido chinico, trasformandoli in composti bioattivi che offrono benefici per la salute. I polifenoli sono noti per le loro proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, che potrebbero spiegare alcuni degli effetti positivi attribuiti al caffè, come la riduzione del rischio di malattie cardiovascolari e di alcune patologie croniche.
Inoltre, altri studi hanno dimostrato che il consumo di caffè è associato a una maggiore diversità del microbioma intestinale, un indicatore chiave di buona salute intestinale. I composti del caffè, come l’acido clorogenico e le catechine, possono agire come prebiotici, creando un ambiente favorevole per la crescita di batteri benefici.
Caffè e salute: cosa suggeriscono gli esperti?
Gli esperti avvertono che, nonostante i risultati promettenti, è ancora troppo presto per trarre conclusioni definitive. Tuttavia, ciò non significa che non si possa integrare il caffè nella propria dieta come parte di uno stile di vita sano.
Secondo Alyssa Simpson, dietista specializzata in salute digestiva, il caffè può essere una scelta salutare se consumato con moderazione. Per massimizzare i benefici, consiglia di preferire il caffè nero o con l’aggiunta di latte vegetale non zuccherato, evitando zuccheri raffinati e ingredienti artificiali.
Bere caffè fa bene, ma quanto è troppo?
I dati dello studio suggeriscono che una quantità moderata di caffè, tra 1 e 3 tazze al giorno, è sufficiente per ottenere effetti positivi sul microbioma intestinale. Un consumo eccessivo, invece, potrebbe non portare benefici aggiuntivi e, in alcuni casi, potrebbe avere effetti negativi, come un aumento dell’ansia o problemi digestivi.
Cosa rende il caffè così speciale?
I ricercatori hanno scoperto che i benefici del caffè sul microbioma non dipendono esclusivamente dalla caffeina. Anche il caffè decaffeinato ha mostrato un effetto stimolante sulla crescita del Lawsonibacter asaccharolyticus, suggerendo che altri composti chimici presenti nella bevanda, come i polifenoli e l’acido chinico, sono responsabili dei cambiamenti osservati.
Oltre al caffè, esistono altri alimenti ricchi di polifenoli che potrebbero promuovere la crescita di batteri benefici nel microbioma intestinale. Tra questi, spiccano le bacche di aronia, un “superfood” noto per le sue proprietà antiossidanti, e frutti come mirtilli, mele e pere. Questi alimenti, come il caffè, contengono acido clorogenico e altri composti che favoriscono un microbioma sano.