Bezoario, la perla “magica” che si forma nella pancia. Sono peli e…

Bezoario, la perla umana che si ferma nel corpo. La usano per...
Bezoario, la perla umana che si ferma nel corpo. La usano per…

ROMA – Vorreste indossare un bezoario? E’ una stranaperla umana che si forma all’interno del corpo con il cibo ingerito e indossata come potente amuleto contro il male da tutti i medici persiani, dai re e regine.

Una volta si diceva fossero le “lacrime cristallizzate di cervi” incastonate nell’oro come decorazione dei gioielli e i più ricchi abitanti dell’Europa e del Medio Oriente, pensavano agissero come antidoto contro tutti i veleni. L’origine dei bezoari è molto più raccapricciante di quanto il loro aspetto potrebbe suggerire.

Queste pietre sono il prodotto di materiale indigesto o non commestibile che si accumula nel tratto gastrointestinale di animali come cervi, antilopi, capre, buoi, istrici, lama e negli esseri umani. Simili a rocce, rimangono intrappolate all’interno del tratto digerente, sono rivestite da strati di calcio e fosfato di magnesio all’interno dell’intestino, spiega Nautilus.

“Nei tempi antichi, i bezoari di animali si ritenevano avessero proprietà medicinali e magiche, erano considerati antidoti contro parecchi e veleni e malattie”, secondo un articolo pubblicato da Gastroenterology & Hepatology .

Bezoari sono stati utilizzati dai medici greci e persiani nel 1° millennio d.C., successivamente sono arrivati in Europa, dove erano molto diffusi nel XVI sec., secondo il Nautilus.

Una leggenda narra che queste pietre erano create dall’angoscia dei cervi, in lacrime dopo aver mangiato i serpenti, a causa dell’intenso mal di stomaco. Si pensava che i bezoari potessero contrastare qualsiasi veleno ed erano indossati come amuleti o macinati per i rimedi medicinali. Le pietre bezoarie erano spesso messe in una coppa, inoltre, nell’eventualità ci fosse dell’arsenico e nella speranza che potessero assorbirlo.

Anche la regina Elisabetta I aveva un bezoario incastonato in un anello d’argento. Ma alla fine, gli scettici hanno messo alla prova il fatto che il beozario annullasse l’effetto del veleno e hanno scoperto che non era affatto una cura per tutte le malattie. Un esempio è un esperimento del chirurgo Ambroise Paré, nel XVI secolo.

“Un cuoco alla corte del re era stato sorpreso a rubare argento fine ed è stato condannato a morte per impiccagione. In alternativa, al cuoco è stata concessa la possibilità di assumere un veleno, seguito da un bezoario come un potenziale antidoto, sotto la supervisione di Paré”, hanno scritto gli autori.

“E’ stato concordato che se fosse sopravvissuto al veleno, la sua vita sarebbe stata risparmiata”. “Il cuoco ha vissuto solo per 7 ore; quindi Paré ha concluso che la pietra bezoaria non poteva curare tutti i veleni”.

Nei secoli successivi, l’uso del bezoario diminuì e nel 1800, alcuni scienziati scoprirono, per la prima volta, questo tipo di ostruzione nell’uomo, che può causare ulcere, sanguinamenti e infezioni nella cavità addominale.

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