Le teorie riguardanti la personalità potrebbero presto cambiare radicalmente. A lungo considerata come un aspetto statico e immutabile di noi stessi, la personalità viene ora vista come qualcosa di flessibile, capace di cambiare nel tempo e, soprattutto, modificabile in maniera consapevole. Questa nuova prospettiva è stata esplorata da Shannon Sauer-Zavala, ricercatrice di psicologia presso l’Università del Kentucky, che ha formulato un’ipotesi affascinante: la personalità non è un dato di fatto innato, ma può essere modificata a comando.
Sauer-Zavala, attraverso il suo lavoro, pone una domanda fondamentale: se la personalità è suscettibile a cambiamenti naturali nel corso della vita, possiamo allora modificarla intenzionalmente? Secondo lei, la risposta è sì, e questo concetto apre la strada a un approccio radicalmente nuovo sulla comprensione del sé e sul potenziale di crescita personale. Per capire meglio questa teoria, è importante esplorare che cosa si intenda per personalità, come può essere modificata e quali implicazioni comporta per il nostro sviluppo personale.
Tradizionalmente, la personalità è stata definita come il modo in cui una persona pensa, sente e si comporta in modo stabile nel tempo. In altre parole, si tratta di un insieme di tratti che ci caratterizzano e che, per la maggior parte, riteniamo immutabili. Tuttavia, questa concezione è in evoluzione. A partire dagli anni ’30, gli psicologi hanno cominciato a identificare diversi tratti che possono essere raggruppati in cinque categorie principali, note come i Big Five: nevroticismo, estroversione, coscienziosità, gradevolezza e apertura all’esperienza.
Questi cinque tratti fondamentali, secondo il modello teorico dei Big Five, rappresentano la base della personalità di ogni individuo. Tuttavia, questa teoria non include valori personali, preferenze o gusti, ma si concentra piuttosto su come una persona pensa, sente e si comporta, evidenziando che tali aspetti possono cambiare nel tempo. Se la personalità può evolvere naturalmente, perché allora non potremmo essere noi a guidare questo cambiamento?
La teoria di Shannon Sauer-Zavala suggerisce che è possibile modificare la propria personalità attraverso un processo consapevole. Secondo la sua ricerca, il cambiamento della personalità avviene naturalmente durante la vita di una persona, ma può essere accelerato se si adottano comportamenti e pensieri intenzionali. Questo significa che, attraverso determinate azioni e strategie, è possibile ottenere in poche settimane risultati che potrebbero normalmente richiedere anni.
Ma come avviene questo cambiamento? La risposta risiede nella psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT), una delle metodologie psicoterapeutiche più studiate e applicate oggi. La CBT si basa sull’idea che pensieri, emozioni e comportamenti siano interconnessi, e che modificando uno di questi elementi, si possono influenzare anche gli altri. In pratica, se una persona è in grado di riconoscere un certo schema di pensiero disfunzionale e modificare il comportamento che ne deriva, può iniziare a cambiare il proprio modo di pensare e, di conseguenza, anche la propria personalità.
Ad esempio, una persona che tende a essere introversa e chiusa verso gli altri potrebbe avere una convinzione radicata che gli altri non siano degni di fiducia. Questo pensiero influenzerebbe il suo comportamento, portandola a isolarsi e a non cercare relazioni sociali. Ma se questa persona riuscisse a riconoscere tale schema e provasse a cambiare il suo atteggiamento – ad esempio, cercando di aprirsi con un collega – potrebbe iniziare a vedere delle risposte diverse da parte delle persone. Questo cambiamento di comportamento potrebbe portare a un graduale mutamento nella convinzione originaria, influenzando così il tratto di personalità che la definisce come “chiusa” o “introversa”.
Se è possibile modificare la propria personalità, come possiamo allora farlo in modo concreto? La chiave sta nel riconoscere i propri schemi di pensiero e comportamenti abituali. Una volta identificati, è necessario attuare cambiamenti intenzionali nel modo in cui pensiamo e agiamo. Questo processo richiede consapevolezza e costanza, ma può portare a risultati significativi nel tempo.
Ad esempio, una persona che tende a essere pessimista potrebbe riconoscere che il suo schema di pensiero la porta a vedere il bicchiere sempre mezzo vuoto. Per modificare questo tratto di personalità, potrebbe iniziare a praticare la gratitudine, focalizzandosi su ciò che di positivo accade nella sua vita. Nel tempo, questa pratica potrebbe trasformare il suo approccio mentale, portandola a sviluppare una visione più ottimista e aperta.
Allo stesso modo, una persona che si considera timida o introversa potrebbe sforzarsi di partecipare a più eventi sociali, sfidando la propria zona di comfort. Con il tempo, questo cambiamento comportamentale potrebbe influenzare anche la sua autopercezione, portandola a diventare più socievole e sicura di sé.
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