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Camminare con lo smartphone: la generazione degli smombie

Nell’ultimo periodo sono sempre di più gli incidenti che vengono causati dalla disattenzione delle persone che camminano in strada, molto spesso sono causati da cittadini distratti dai propri smartphone. Proprio per la crescita esponenziale del fenomeno, l’enciclopedia Treccani ha creato un apposito termine per definire le persone che si comportano in questo modo, mentre le aziende tech e le amministrazioni pubbliche stanno introducendo una serie di accorgimenti per limitare i possibili danni.

Chi sono gli “Smombie”

La Treccani, come anticipato, ha coniato l’appellativo Smombie (dall’unione dalle parole smartphone e zombie) per indicare tutte quelle persone che sono solite mantenere lo sguardo fisso sullo schermo del proprio cellulare mentre camminano per strada, con il rischio di inciampare, cadere, attraversare la strada distrattamente e quindi causare incidenti. Nulla di strano, se pensiamo per un attimo alle strade della nostra città, ma molto probabilmente anche ai nostri stessi comportamenti quotidiani.

Android in aiuto dei distrati

Quella degli Smombie è una tematica che non va minimizzata perché i suoi effetti sono in crescita: proprio per la proliferazione degli incidenti legati all’uso del cellulare per strada, le amministrazioni cittadine e le aziende tech si stanno mobilitando. In molte città stanno comparendo segnali stradali e luminosi a terra, proprio per cercare di attirare l’attenzione di coloro che camminano con lo sguardo rivolto verso il basso. Anche Android sta cercando di adattare il proprio sistema operativo per ovviare al problema: il software Android ha infatti introdotto una nuova opzione, tra gli strumenti dedicati al benessere digitale, chiamata “Guarda avanti”: l’obbiettivo è quello di invogliare le persone a mantenere la concentrazione sull’ambiente circostante mentre si sta camminando in strada. L’opzione “Guarda Avanti” non è automaticamente attiva, ma richiede un semplice intervento del possessore del cellulare compatibile: l’utente dovrà accedere alle Impostazioni Android, andare alla sezione Benessere digitale, cliccare su “Guarda avanti” e seguire le indicazioni.

Come funziona

Grazie a sensori come l’accelerometro e il giroscoprio presenti sui dispositivi di recente produzione, Guarda Avanti è in grado di rilevare il movimento umano. Una volta attivata la funzione, lo smartphone invierà una notifica ogni volta che percepirà spostamenti da parte della persona che lo possiede. Naturalmente le notifiche sono semplicemente un tentativo di dissuadere l’utente dal guardare lo smartphone, starà poi a lui scegliere come comportarsi.

Altri strumenti per l’uso consapevole della tecnologia

Oltre a Guarda avanti la sezione Benessere Digitale dei device Android presenta una serie di altri strumenti utili e interessanti che possono essere utilizzati per gestire e rendere migliore il rapporto con gli smartphone. Grazie alla funzione Tempo di utilizzo di schermo e applicazioni l’utente potrà conoscere e ridefinire le proprie abitudini di fruizione di app e social; con l’impostazione del timer potrà stabilire un tempo di utilizzo del device superato il quale riceverà un avviso; la modalità Riposo aiuta l’utente a conciliare il sonno, mentre la modalità Niente Distrazioni permette di impostare dei limiti di utilizzo, utili in situazioni di “dipendenza” da app e social, o in momenti in cui si condivide il tempo con amici e familiari; altro strumento molto utile è quello del Controllo genitori grazie al quale i genitori possono mantenere un maggiore controllo sulle attività dei propri figli. Tanti strumenti che possono quindi aiutare le persone a conoscere e migliorare le proprie abitudini tech, perché la tecnologia sia sempre un aiuto e non un problema o una fonte di rischi.

Gianluca Pace

Laureato in Storia contemporanea, a Blitz quotidiano dal 2011. Qui mi occupo, si fa per dire, di quel che accade in questa misera Italia e nei dintorni. Con queste poche righe dovrei mettere in risalto, con un po’ di ironia e senza farlo notare troppo, le mie poche qualità. Ma insomma, alla fine che ci frega?

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